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I moschettieri azzurri svelano il loro segreto: «Siamo amici e dopo il successo del 2023 volevamo il bis»

«Questa vittoria vuol dire tanto per tutti noi. Siamo riusciti a difendere il titolo del 2023 e siamo tutti molto contenti», sono le prime parole di Jannik Sinner, dopo il trionfo dell’Italia nella finalissima della Coppa Davis 2024. «Mai nulla è scontato. Siamo strafelici, ripeto. È stata un’annata intensa», ha aggiunto l’altoatesino.

Strafelice anche Matteo Berrettini che ha dato un grande apporto alla squadra vincendo i due match iniziali in semifinale e in finale. «Vittoria sofferta, voluta e desiderata tanto da tutti. Siamo un gruppo compatto. Siamo forti. Uno dei motori del 2024 è stata proprio la voglia di tornare in azzurro ed essere protagonista in Coppa Davis. Per un milione di motivi è uno dei successi più belli della mia carriera. Lo dedico al mio team, a mio fratello e alla mia famiglia. Sono strafelice perché non ho mai mollato».

Il romano ha poi parlato del suo rapporto con il numero uno del mondo: «Sono orgoglioso. Sinner sta facendo qualche cosa di incredibile, che capiremo forse fra qualche anno. Mi ispiro alla sua voglia e alla sua energia. Anche le ragazze azzurre hanno fatto una grandissima stagione».

Il capitano azzurro di Coppa Davis, Filippo Volandri, ha spiegato che «non c'era nulla di scontato. Dopo il successo del 2023 volevamo entrare nella storia e vincerne due di fila. Volevamo rivincere con Berrettini con noi e ci siamo riusciti. È la vittoria di tutti, anche di Arnaldi e di Cobolli, che ci hanno portato fino a qua».

Lorenzo Musetti, nonostante la sconfitta, ha raccontato qual è la forza del gruppo: «Quest’anno non sono stato molto partecipe in campo, ma lo sono stato tanto da fuori. I miei compagni sono stati bravissimi, Jannik Sinner e Matteo Berrettini in primis: loro hanno grande esperienza e determinazione e lo abbiamo visto in campo. Adesso devo ricaricare le pile e pensare già al 2025. Il segreto del team? La semplicità di tutti i ragazzi e la nostra grande amicizia».

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