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Us Open, Sinner è un mito: il numero uno del mondo supera anche Draper ed è in finale

Una lunga maratona, durata oltre tre ore, al termine della quale l'azzurro ha battuto l'inglese con il punteggio finale di 7-5, 7-6 (7-3), 6-3

Mitico Sinner, sempre più nella storia: è in finale all’US Open di New York. Adesso manca solo l’ultimo passo: battendo Jack Draper in tre ore e tre minuti,  il numero 1 del mondo ha raggiunto per la prima volta la finale del torneo americano, la sua seconda volta in uno Slam, dopo quello vinto a inizio dell'anno in Australia.

Contro l'inglese, Sinner ha dovuto faticare più del previsto, e non solo per l’altissima umidità. Lo dicono il punteggio finale, 7-5, 7-6 (7-3), 6-3 e la durata di un match nel quale l’azzurro ha sbagliato tanto, ma Draper ha tenuto testa ai suoi colpi. Una guerra di nervi e alla fine di fisico, perché il talentuoso inglese ha ceduto di schianto al terzo set per lo stremo di un match al cui livello ancora non arriva.

Sinner invece ha scacciato i fantasmi delle settimane scorse, non con la partita più bella di questo Flushing Meadows ma con una prova di tenuta mentale. Ora, per la finale di domenica (alle 14 di New York, le 20 in Italia) aspetta l’altra semifinale tra gli americani Tiafoe e Fritz.

Assicurava di non avere «aspettative alte», Jannik alla vigilia del torneo, dopo la tempesta del caso doping. E al suo ritorno in campo agli Us Open, dopo la notizia della positività dello scorso aprile e della successiva assoluzione per contaminazione involontaria, tutti gli occhi erano sulla sua reazione.

Si era presentato con la vittoria nel torneo di Cincinnati ma le sue sensazioni non erano buone. Un pronostico sbagliato anche se la semifinale è stata difficile a causa della temperatura e dell'umidità altissima che ha fatto vomitare Draper in campo nel secondo set.

Il primo set era partito all’insegna dell’equilibrio e ci sono voluti 58 minuti per spezzarlo. Il britannico aveva sfruttato il servizio per tenere a distanza la superiore classe dei colpi di Sinner. Sul 3-3, dopo 24 minuti, il primo break se lo era preso l’azzurro con un passante di rovescio. Ma gli errori dell'italiano nel proprio game di servizio avevano creato il controbreak arrivando così fino al 5-5:
l'undicesimo gioco è un susseguirsi di ace e doppi falli di Draper, alla quarta palla break Sinner la sfrutta chiude sul 7-5.

Secondo set ancora più tirato (quasi un’ora e mezza di gioco e fatica): tutti i games si chiudono ai vantaggi, Draper è bravo ad annullare tante palle break di Sinner ma sul 5-5 c'è un brivido per l’azzurro che cade e mette male il polso sinistro ed è necessario l'intervento del medico.

Si va al tie break, Sinner parte forte, prende il largo sul 4-0 e chiude il secondo set a 7-3. Il britannico, a questo punto, sembra cedere anche perché Sinner ha alzato il ritmo: il break decisivo arriva dopo quasi tre ore. Passante di rovescio per il 40-30 e poi lo scambio vincente per il 4-2 a favore di Jannick. Il 5-2 arriva con un game a zero, poi ancora un break e il 6-2 conclusivo, con una risposta di rovescio grazie alla quale Sinner riesce a conquistare una storica finale agli US Open. Per lui e per tutto lo sport italòiano.

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