La corsa all’oro olimpico di Lorenzo Musetti si ferma in semifinale contro Novak Djokovic. Il serbo vince la semifinale di Parigi 2024 in due set (6-4 6-2) e avvicina il sogno di chiudere una carriera straordinaria con l’unico alloro che gli manca, quello olimpico. Tra lui e l’oro resta Carlos Alcaraz, come dire il tennis di ieri contro il tennis di domani. Quanto al tennis italiano, in attesa di capire se Errani-Paolini riusciranno a centrare il loro, di oro, nella finale del doppio femminile a cent’anni dall’ultima e unica medaglia vinta dall’Italtennis, l’azzurro potrà al massimo eguagliare il bronzo di Uberto de Morpurgo, sempre a Parigi, nel 1924. Ma tra la medaglia e il tennista di Carrara c’è ancora la finalina per il terzo e quarto posto che lo vedrà impegnato domani contro il canadese Felix Auger-Aliassime, sconfitto in due set da Carlos Alcaraz. Lo spagnolo, invece, domenica aspetterà Nole, alla sua ultima chance per portare alla Serbia un oro inseguito per una carriera intera. Perché si può aver vinto tutto: dalla Davis nel 2010 ai 24 slam, ma non il metallo più prezioso della manifestazione a cinque cerchi. Per questo alla vigilia della sfida con Musetti era stato chiaro: «Ho sentito tanto dolore al ginocchio operato, ma scenderò in campo anche se i medici dovessero sconsigliarmelo». Detto, fatto. Nelle quasi due ore di gioco sul Philippe Chatrier di Parigi gioca con una vistosa fasciatura e nonostante il primo set vinto, risulta più nervoso del solito. Si lamenta spesso con l’arbitro e con il suo angolo, ma Djokovic ha abituato tutti ai suoi show. E la strategia della tensione funziona per tenere la barra dritta, soprattutto in un primo set combattutissimo e durato un’ora e sette minuti. L’inerzia iniziale, tra l’altro, sembra tutta a favore di Musetti, reduce dalla vittoria contro il campione olimpico, Sasha Zverev, e un percorso, fino alla semifinale che ha messo in mostra la miglior versione di Lorenzo. Eppure non è bastata per mettere ko Djokovic, perché il primo dei due ad avere un set point sul 5-4 e servizio per l’azzurro è proprio il serbo. Novak lo sfrutta subito portandosi sull’1-0, non ripetendo gli errori commessi invece sulle 4 palle break sprecate sul 2-1. In tribuna, intanto, ci sono il presidente del Coni, Giovanni Malagò, quello della Fitp Angelo Binaghi, e il ministro per lo Sport e per i giovani, Andrea Abodi, ma la festa per il possibile oro è rimandata con le ragazze del doppio (Errani-Paolini). Nel secondo set, poi, i primi quattro game non hanno un padrone perché nessuno dei due tennisti in campo tiene mai il proprio servizio, fin quando Nole non spinge sull’acceleratore chiudendo il set 6-2 con un doppio break che non lascia scampo a Musetti. Il serbo cade a terra stremato (nella foto), ma è in finale, consapevole che, comunque vada, avrà regalato al suo popolo una medaglia. Se sarà oro o argento dipenderà anche da Alcaraz, mentre dall’altra parte Lorenzo ha ancora la possibilità di consegnare all’Italia un metallo che chiaramente avrebbe un peso diverso, ma che sarebbe altrettanto storico. Per il «colpaccio», invece, tutto in mano alle azzurre del doppio.