Tutti se l’aspettavano almeno da inizio anno, e probabilmente anche lui, ma trovarsi sul trono del tennis mondiale è un evento che rischia di far vacillare anche Jannik Sinner, persona normale e sportivo speciale. È arrivato così molto a proposito per l’uomo del giorno il previsto riposo dopo i quarti di finale al Roland Garros. Lavoro in palestra oggi per l’altoatesino, in vista della semifinale di venerdì. La corona dà gioia ma pesa, però Sinner ha davanti un percorso che prevede venerdì una semifinale con Carlos Alcaraz e solo su questo, oltre che ad alzare sempre di più il livello del suo gioco, è puntata la concentrazione dell’azzurro. Solo uno dei due giovani campioni raggiungerà la finale di domenica, che sarà la prima in 20 anni, dal 2004, che non vedrà in campo uno dei «big three»: Roger Federer, Rafa Nadal e Novak Djokovic. Il serbo ha avuto la sua chance, ma l’infortunio al ginocchio, che lo ha costretto a ritirarsi a Parigi e a cedere lo scettro a Sinner, lo terrà fuori anche da Wimbledon. Nole è stato operato al menisco e a questo punto il suo obiettivo è rientrare per le Olimpiadi, come conta di fare lo spagnolo Nadal, il cui fisico logoro concede ormai rare finestre per mostrare tutta la sua classe. C’è quindi campo libero per i giovani leoni, anche loro peraltro già colpiti da malanni e piccoli infortuni che, solo guardando al ventiduenne Sinner e al ventunenne Alcaraz, hanno mostrato di essere sempre in agguato in una stagione infinita, che non dà respiro. Del duello di venerdì ha parlato intanto lo spagnolo, definendolo senza mezzi termini «il match che tutti vogliono vedere, sin da quando è uscito il tabellone ed è emerso che ci saremmo potuti affrontare in semifinale. Abbiamo giocato grande partite in passato - ha detto Alcaraz - e anche questo sarà interessante. Sono certo che Jannik giocherà il suo miglior tennis e mi auguro di poter fare lo stesso». Il murciano sa che avrà di fronte «una delle sfide più difficili, contro un giocatore che fa tutto benissimo, i colpi, i movimenti, la gestione del match. Io dovrò essere pronto a dare il meglio e anche a correre una maratona. Non voglio mentire, questa sfida mi crea maggior nervosismo rispetto a tutte le altre». Ecco, l’ha detto anche Alcaraz. Oltre che ad essere diventato il primo italiano numero 1 al mondo, Sinner è per tutti il rivale più temuto, l’uomo da battere. La palma del miglior tennista azzurro di tutti i tempi, al momento, pensa di detenerla ancora Nicola Pietrangeli: «Con lui sto correndo il pericolo di non esserlo più - ha detto a Un giorno da pecora -, ma per il momento ancora sì. Vediamo alla fine della sua carriera». L’Australian Open e la Davis vinte da Sinner sono già un bel tassello sulla strada del primato per l’altoatesino, che se dovesse trionfare anche al Roland Garros potrebbe addirittura cominciare a sognare l’assalto al Grande Slam. Da lunedì, comunque, sarà ufficialmente numero 1 al mondo e sarà premiato in una cerimonia dall’Atp. Poi, martedì, sarà a Sesto Pusteria per un evento in suo onore e infine, mercoledì è atteso a Roma per i test di routine in vista delle Olimpiadi.