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Sinner domina Medvedev e vola in finale a Miami per diventare il numero 2 al mondo

Il tennista azzurro trionfa 6-1, 6-2. La gioia di Jannik: «Sono un altro giocatore rispetto a un anno fa»

epa11250396 Jannik Sinner of Italy in action against Daniil Medvedev of Russia during the semifinals of the 2024 Miami Open tennis tournament at the Hard Rock Stadium in Miami, Florida, USA, 29 March 2024. EPA/CRISTOBAL HERRERA-ULASHKEVICH

Jannik Sinner si conferma la nuova bestia nera di Daniil Medvedev e dopo il trionfo all’Australian Open rifila al russo una nuova, brutale sconfitta (6-1, 6-2) che vale per l’azzurro la finale al Masters 1000 di Miami e la chance di diventare il n.2 al mondo.
Archiviato il passo falso al penultimo gradino di Indian Wells, Sinner si rilancia per l’assalto anche grazie all’assist involontario dell’attuale detentore della piazza, Carlos Alcaraz, che è stato eliminato nei quarti dal bulgaro Grigor Dimitrov.
Vincendo la finale, Sinner raggiungerà il traguardo ma intanto si gode la vittoria, la quinta di fila sul russo, che a Miami era detentore del titolo.
Se a Melbourne l’altoatesino ha dovuto mettere in scena una rimonta spettacolare per avere la meglio sul 28enne di Mosca, sul veloce di Miami quasi non ha avuto pietà, protagonista di una prestazione spettacolare che in poco più di un’ora gli ha permesso di annichilire il rivale.
Tra gli spettatori c’era una leggenda del tennis come Serena Williams, che non può che aver apprezzato la qualità del gioco del 23enne dell’italiano.
Medvedev, reduce dalla sconfitta in finale anche a Indian Wells per mano di Alcaraz, sembra al momento inferiore ai due più giovani rivali, anche se lo spagnolo sconcerta con i suoi accentuati alti e bassi, mentre l’azzurro appare in costante e spettacolare crescita e oggi ha conquistato la sua 21/a vittoria nel circuito Atp nel 2024.
«Mi sentivo benissimo sul campo, sono davvero contento per come è andata. Lui ha fatto tanti errori e io ne ho approfittato - ha detto Sinner a caldo -. Mi aspettavo una partita durissima e se mi avesse fatto il break a inizio partita sarebbe stata una gara diversa. Vedremo come andrà domenica». Sinner ha detto che ora si sente «un giocatore e una persona molto diversa rispetto ad un anno fa (quando perse la finale col russo, ndr). La notte prima non ero riuscito a dormire. Ora gestisco meglio queste situazioni e spero di giocare bene la finale. Se vinco bene, se no avrò altre occasioni».
Il match non poteva cominciare meglio per il giocatore italiano, che dopo aver tenuto il primo turno di battuta l’ha strappata al rivale nel secondo gioco e ha difeso poi il vantaggio nel terzo pur trovandosi a dover salvare due palle break. La fallita rimonta ha smontato Medvedev che è risultato piuttosto falloso e al quinto game ha perso ancora il servizio, quasi arrendendosi poi ad un ineluttabile 6-1, ottenuto da un azzurro quasi perfetto in campo - undici i punti di differenza tra i due in sette game -, in 31 minuti di gioco.
Se Medvedev sperava di rientrare in partita, l’inizio del secondo set lo ha freddato perchè Sinner ha fatto subito il break, portandosi poi sul 2-0. Un tentativo di reazione del russo, ormai in confusione, è stato annullato a forza di ace da Sinner e a ruota è arrivato il secondo break, col conseguente 4-1. Il moscovita ha ceduto mentalmente a anche fisicamente di fronte, accontentandosi di portare a casa un secondo game prima di alzare bandiera bianca sul 6-2.
L’altro finalista sarà uno tra il tedesco Alex Zverev e Dimitrov, un grande talento che nella scarsa costanza ha sempre avuto il suo tallone d’Achille.
Il bulgaro ha brillato contro Alcaraz, che dopo alcuni stop inattesi sembrava aver ripreso smalto e fiducia. Il titolo conquistato a Indian Wells con una gran partita contro Medvedev appariva come un’uscita dal tunnel ma l’illusione è caduta presto. E le sue parole sono lo specchio dei suoi tormenti: «Grigor ha giocato in maniera perfetta. Mi ha fatto sentire come se avessi avuto 13 anni, ero spaesato». Così è apparso anche Medvedev contro Sinner, pronto ad essere il primo italiano a diventare n.2 al mondo.

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