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La crisi degli impianti sportivi in Sicilia, Malagò: «La regione fa molta fatica»

Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha fatto il punto sulla situazione relativa alle infrastrutture dedicate allo sport. «Servono investimenti, si riunisca un tavolo che metta insieme pubblico e privato»

Il presidente del Coni Giovanni Malagò

«Direi che non ci sono né elementi di progresso, né elementi di regressione. Però sappiamo che sono anni che esiste il problema ed è uno dei crucci della regione. Questo è un dato di fatto». Lo ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò a proposito della situazione in Sicilia degli impianti sportivi. Malagò ha incontrato la stampa nella sede regionale del Coni di Palermo.

«Poi - ha aggiunto Malagò - è chiaro che insieme all’impiantistica c'è anche un discorso di sostegno alle società da affrontare, perché ammesso che hai impianti di nuova generazione devono esserci poi dinamiche per la manutenzione. E direi, e mi dispiace dirlo, che sicuramente la Sicilia, un po' come qualche altra regione del sud, fa più fatica degli altri».

Malagò ha parlato anche della ristrutturazione degli stadi, partendo dal caso Barbera escluso dalle sedi candidate per gli Europei del 2032. «Sono anni che sostengo che senza i grandi eventi sportivi non se ne viene a capo - ha detto Malagò - ci può essere qualcuno che ci riesce, ma sono casi isolati, spesso miracolistici per certi versi. E chiaro che la Federazione sta preparando il dossier sugli impianti, ci sono tappe obbligate per ovvi motivi come Milano e Roma. Per il resto è vero che se ci sono delle amministrazioni comunali con delle società sportive che gestiscono gli stadi e che sarebbero disponibili a sostenere investimenti: è chiaro che urgentemente bisogna riunire un tavolo tecnico che metta insieme pubblico e privato».

Sul coinvolgimento diretto del Coni, come si è tentato di fare a Palermo per il recupero del palazzetto dello sport, Malagò ha spiegato che «il Coni ha due vantaggi - le sue parole - il primo è che siamo un ente pubblico e quindi non c'è speculazione, cioè non si favorisce nessuno. Il secondo è che abbiamo molta competenza. Di contro è chiaro che servono dei sostegni finanziari che devono essere messi o dagli enti locali o dalla società che gestisce l’impianto».

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