Ha aspettato quasi mezzo secolo l’Italia per festeggiare il trionfo di un azzurro in un torneo del grande slam e finalmente è arrivato Jannik Sinner. L’altoatesino a 22 anni è riuscito laddove in precedenza erano arrivati solo Nicola Pietrangeli e Adriano Panatta, entrambi a Parigi e l’ultima volta nel 1976, issando per la prima volta nella storia il tricolore sul primo major stagionale. Dato per favorito nella finale col russo Daniil Medvedev, visto il percorso quasi netto nel torneo culminato con la vittoria in semifinale su Novak Djokovic, Sinner sembrava aver perso il tocco magico e la forza interiore che si era costruito finora. Finito sotto 2-0, ha riacceso la luce nel terzo set, cominciando una rimonta che ha completato dopo tre ore e 45 minuti di gioco, imponendosi 3-6, 3-6, 6-4, 6-4, 6-3.
«Un vittoria speciale, un torneo incredibile, due settimane fantastiche», le prime parole dell’azzurro, che ha commosso augurando «a tutti i bambini di vivere questo sogno e di avere la libertà che mi hanno dato i miei genitori».n Il padre Hanspeter e la mamma Siglinde non erano a bordo campo alla Rod Laver Arena a seguire il match, «costretti» alla tv come milioni di italiani, ma gran parte del tifo era per l’italiano, che ha conquistato tutti e non solo per la qualità del gioco, migliorato negli ultimi mesi grazie a vittorie importanti come quelle su Djokovic alle Atp Finals e in Coppa Davis.
La partita ha avuto due momenti e una svolta, ma si era messa male per l’italiano, con Medvedev che stava più vicino al campo del solito in risposta. Il numero 3 del mondo ha impostato la partita con l’obiettivo di alzare il ritmo e di mettere pressione da dietro già dai primi colpi per neutralizzare i cambi in lungolinea di Sinner, il cui servizio non funzionava come al solito, mentre quello del russo era quasi implacabile. Il break alla fine è arrivato inevitabile e il set si è chiuso 6-3. Stesso copione nella seconda partita, con Sinner ancora in difesa e che ha ceduto ancora presto la battuta, perdendo di nuovo 6-3 dopo essere stato sotto anche 5-1.
Il finale sembrava annunciato, ma è arrivato il momento della svolta. Col servizio e in generale il tennis di Jannik che hanno cominciato a migliorare, mentre il ritmo del russo è calato, l’italiano si è preso il break decisivo al decimo game. A quel punto è stato Sinner ad avvicinarsi di più al campo, a metter più peso nei palleggi e grande precisione e varietà nei colpi, guadagnandosi il 2-1 con un placido 6-4.
Medvedev si è trovato a sua volta in difesa, mentre sempre più spesso Sinner chiudeva il punto, stringendo poi il pugno nel suo gesto di esultanza misurata. Il break è arrivato inevitabile e così il secondo 6-4 che ha riequilibrato la partita, ma era evidente a tutti come sarebbe andata a finire.
Il quinto set è vissuto infatti nell’attesa di un colpo da ko, arrivato già al sesto game con il break. Al 6-3 conclusivo, Sinner si è lasciato cadere a terra, poi è saltato sulla balaustra e si è arrampicato in mezzo allo staff, alla squadra.
I suoi primi ringraziamenti sono stati per Vagnozzi e Cahill, i due coach che lo hanno guidato e accompagnato anche nel corso della finale, specie nei momenti difficili dei primi due set: «Cerchiamo di migliorare giorno dopo giorno, per diventare sempre più forti. Sono davvero felice di avervi con me, ad incoraggiarmi e comprendermi, perché a volte non è semplice, ma sono fatto così». Altre parole che possono spiegare perché il ragazzo della Pusteria ha cominciato a conquistare il mondo per salire sul trono del tennis. È «campione dentro e fuori», scrive di lui l’amico Matteo Berrettini, mentre i rivali, dallo stesso Medvedev a Djokovic, da Nadal ad Alcaraz. gli fanno i complimenti. «Jannik Sinner scrive una pagina di storia che ci rende orgogliosi. Per la prima volta, l’Italia conquista lo slam australiano. Un’impresa memorabile degna di un vero campione», scrive la premier, Giorgia Meloni, sui social, dove sono poi arrivate le congratulazioni dei vertici dello sport, del ministro Abodi, dei numeri 1 del Coni Malagò e della Fitp Binaghi e di tanti politici e sportivi.
Arriveranno incontri, strette di mano, premi e riconoscimento ma tanti altri sono all’orizzonte, perché il Sinner di Melbourne promette di potersi ripetere presto e portare il tennis italiano ad una nuova dimensione.
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