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L'eroe del '76 Panatta: «Mi sono tolto un pensiero, ora chiameranno loro»

L'ex azzurro: «Sinner è il numero uno, ora è al vertice e secondo me ci rimane per molto tempo»

L'ex tennista Adriano Panatta (foto Tino Romano/Ansa)

«Dopo il primo match ero tranquillo e sicuro, Sinner non poteva perdere. È stata una bellissima vittoria, sofferta ieri (con la Serbia ndr) però meritata: in questo momento credo che l’Italia sia nettamente la più forte. Se pensiamo che ci manca un giocatore come Berrettini, che soprattutto su questi campi ci sa fare, allora saremmo imbattibili». Così Adriano Panatta, dagli studi della Rai, commenta il trionfo dell’Italia nella finale di Coppa Davis contro l’Australia.

«Posso dirlo? Mi sono levato un pensiero - scherza Panatta -, così almeno ora chiameranno loro. Jannik contro Djokovic ha giocato un match pazzesco, in questo momento è lui il numero uno al di là delle classifiche, che non contano: ora si vede che questo ragazzo è lì, e secondo me ci rimarrà per tanto tempo». «Per me questa formula della Coppa Davis è sbagliata, la federazione internazionale deve tornare all’antico - dice ancora Panatta dallo studio Rai -, e lo pensano anche i giocatori. Ora spero che si facciano sentire. Ma al di là di tutto, la Davis ha sempre tutto il suo fascino e ora sulla targhetta ci sarà scritto il nome dell’Italia». «Un pensiero - aggiunge - lo rivolgo ai miei compagni di 47 anni fa e al capitano Nicola Pietrangeli, per me è stato un privilegio aver fatto parte di questa squadra, ancora oggi tutti ci ’circondanò con tanto affetto, e auguro a questi ragazzi che tra 47 anni anche loro vengano ricordati così. Sono felice per loro, questa cosa rimarrà loro per tutta la vita, questa emozione di vincere la Coppa Davis. Ora auguro loro di vincerla ancora, ma la prima volta non si scorda più».

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