Dall’inferno dell’anoressia al paradiso del Roland Garros. Martina Trevisan, la tennista italiana approdata alle semifinali del torneo parigino nove anni dopo Sara Errani, è cresciuta a Pontedera (Pisa) ed è qui che ha scritto le pagine più belle della sua nuova vita, non solo sportiva.
«L'abbiamo accolta come un pulcino bagnato - dice Bruno Del Soldato, ora direttore della scuola del Tennis Club di Santa Croce sull'Arno e in passato con lo stesso incarico a Pontedera - e l’abbiamo convinta a ripartire». Era un periodo buio quello che stava vivendo l’azzurra. La malattia, alla soglia dei vent'anni, l’aveva spinta sull'orlo del ritiro. «Voleva smettere di giocare - ricorda Del Soldato - nonostante avesse già avuto una carriera molto importante a livello juniores e conquistato il titolo di campionessa del mondo under 16. L’ho presa con me nello staff della scuola e sono riuscito a farle riprendere in mano la racchetta e a farla tornare nel giro. Io e tutto il circolo di Pontedera l’abbiamo cullata».
Lo hanno fatto rispettando i suoi tempi, cercando di aiutarla nel difficile percorso psicologico di uscita dall’anoressia. «Un giorno l’ho personalmente accompagnata a Bordighera da Riccardo Piatti - ricorda Del Soldato -, per farle riassaggiare il suo mondo, quello dei top player. Lui le disse di farsi trovare pronta fisicamente ma invece ancora non era il suo momento. E così il primo vero torneo della sua seconda vita sportiva lo fece da noi a Pontedera: perse in finale, ma tornò a giocare».
Ogni tanto oggi si fa vedere al Tennis Club di Santa Croce sull'Arno, dove torna ad allenarsi con i vecchi amici insieme al suo coach Matteo Catarsi, tra uno slam e l’altro. Quella di Pontedera, forse, è stata la sconfitta più bella per Martina. «Possiamo definirla così - sorride Del Soldato - perché da allora non si è più fermata».
Il direttore della scuola tennis toscana nasconde l’emozione ma i successi della sua pupilla lo riempiono d’orgoglio e allora dissimula il pudore con la cabala: «Se l’ho sentita? Sì - ammette -, per messaggio dopo il successo al Gran Prix La Princesse di Rabat, ma ora anche scaramanticamente non voglio disturbarla. Sta vivendo un momento meraviglioso e voglio lasciarla tranquilla. Ci sarà tempo dopo per ritrovarci e abbracciarci. Quel pulcino bagnato oggi è un bellissimo cigno».
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