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Calcio, tutti prosciolti nell'inchiesta plusvalenze

Andrea Agnelli (a destra), presidente della Juventus

Tutti prosciolti. Questa la sentenza  sul caso delle plusvalenze che aveva coinvolto fra dirigenti e società 59 persone. Inizialmente, il procuratore della Figc Giuseppe Chinè aveva chiesto 12 mesi di inibizione per il presidente della Juventus Andrea Agnelli e 11 mesi e 5 giorni per quello del Napoli Aurelio De Laurentiis.

Le società coinvolte nell’inchiesta erano 11: 5 di Serie A (Juve, Napoli, Samp, Empoli e Genoa), 2 di Serie B (Pisa e Parma), più Pro Vercelli e Pescara e le non più affiliate Chievo e Novara. Il tribunale federale «ha prosciolto tutte le società, i dirigenti e gli amministratori dei club che erano stati deferiti dalla Procura Federale per avere contabilizzato nelle relazioni finanziarie plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti a quelli consentiti dai principi contabili». Le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni.

Inizialmente oltre alle inibizioni per Agnelli e De Laurentiis, c'erano anche quelle di 16 mesi e dieci giorni per l’ex direttore sportivo bianconero Fabio Paratici, di 6 mesi e 20 giorni per il ds Federico Cherubini e di 8 mesi per Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e altri dirigenti. Per il Napoli, finito sotto la lente d’ingrandimento degli 007 federali soprattutto per l’affare Osimhen, c'era stata la richiesta di fermare per 9 mesi e 15 giorni l’ad Andrea Chiavelli, 6 mesi e 10 giorni per Jacqueline Marie Baudit, Edoardo e Valentina De Laurentiis. Erano state previste anche le ammende per i club: 800 mila euro per la Juve, 392 mila euro per il Napoli.

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