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Olimpiadi, Mattarella consegna il tricolore agli azzurri: «Rendete onore all'Italia»

Il Presidente Sergio Mattarella con l'Alfiere della squadra olimpica Sofia Goggia e l'Alfiere della squadra paralimpica Giacomo Bertagnolli

Sette anni vissuti sportivamente. In chiusura del suo mandato, Sergio Mattarella ha consegnato al Quirinale il tricolore agli azzurri delle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali di Pechino 2022, sapendo che non sarà lui a riceverlo indietro dopo che avrà sfilato alla cerimonia d’apertura, nelle mani di Sofia Goggia il 4 febbraio e di Giacomo Bertagnolli il 4 marzo. «Per sette anni lei è stato il nostro faro», il saluto di Giovanni Malagò, presidente Coni, che ha ricordato come per quei saloni siano passati spesso gli azzurri vincenti - specie nel 2021 - e non, e ha riconosciuto all’ospite «infinita, costante, umana, competente attenzione nei confronti dello sport italiano: in sette anni non c’è stata una volta in cui di fronte a nostra istanza non abbia dimostrato di ascoltarci, aiutarci, volerci bene».

Il presidente agli azzurri: "Siete stati una risposta di speranza per il Paese"

Da tifoso, certo, ma anche da presidente di tutti gli italiani, capace di individuare nello sport un indice sociale. «Voi siete stati una risposta di speranza per il Paese nella difficoltà della pandemia - ha infatti ricordato nel suo saluto Mattarella, parlando esplicitamente di ‘anno d’orò - E avete aiutato a smentire un cliché radicato in Europa, e duro a morire. Quello degli italiani indisciplinati. Confondono la nostra fantasia e creatività: quelle che voi avete mostrato nel preparare un’Olimpiade vincente in epoca difficile, e che gli italiani hanno messo in campo con soluzioni inedite in pandemia, in tutti gli altri campi». Lo sport come parametro, insomma. Discorso molto gradito a Malagò, visto che «tutti i numeri confermano che questo è stato un anno straordinario per lo sport italiano: ma se qualcuno pensa sia irripetibile, noi rispondiamo che amiamo le sfide..». Della possibilità di confermare a Pechino, tra un mese e mezzo, l’exploit di Tokyo si è detto convinto anche Mattarella, prima di consegnare le due bandiere ai rispettivi alfieri, emozionatissimi. In un clima di familiarità che lo ha portato anche a strizzar l’occhio alla scaramanzia di Malagò: al n.1 Coni che ricordava la singolare coincidenza del giorno 23 dicembre (come 23 giugno per la consegna del tricolore di Tokyo, 23 settembre per la restituzione, in riferimento al numero della fortuna), Mattarella ha risposto con un «anche le Olimpiadi estive sono cominciate il 23 luglio...».

La carezza agli atleti paralimpici

Mattarella ha dedicato parole particolari ai paralimpici, all’avanguardia di una crescita che è soprattutto nell’animo, nella coscienza, nell’intelligenza, nella comprensione dei nostri concittadini: «è una misura della civiltà di una società».

Goggia e il valore simbolico della scelta della portabandiera

Un valore simbolico è anche nelle pieghe della scelta della portabandiera olimpica, Sofia Goggia, e dell’alfiere della chiusura, Michela Moioli, entrambe bergamasche. «Mi piace pensare di essere stata scelta non solo per il mio oro olimpico del 2018. Serbo nel cuore le parole della sua telefonata dopo l’infortunio a ridosso dei Mondiali - ha ricordato Goggia rivolta a Mattarella, trattenendo a stento l’emozione - Mi esortò a guardare al futuro». «So che come sportivi siamo stati di sostegno agli italiani in momenti difficili», ha poi ricordata la campionessa dello sci, che prima di entrare al Quirinale aveva confessato la sua «fobia da Covid». «Le misure di sicurezza saranno eccezionali, per gli atleti saranno Giochi sicuri», ha risposto Federica Pellegrini, membro Cio in rappresentanza degli atleti. E quanto ai risultati, mentre nei numeri la spedizione è in larga parte ancora da definire (al Quirinale oggi la delegazione atleti era di una sessantina tra olimpici e paralimpici) , «la squadra azzurra si è preparata bene, le assicuro, Presidente - ha concluso Malagò - Come a Tokyo, riteniamo di poter salire sul podio in discipline per noi inusuali». Con la consapevolezza di avere in Italia un tifoso particolare, con più tempo libero per seguire Olimpiadi e Paralimpiadi.

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