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Juventus nei guai: la finanza indaga sull’affare CR7, nuove perquisizioni e intercettazioni

Cristiano Ronaldo non risulta tra gli indagati

Adesso il faro è acceso sull’affare CR7. La Guardia di Finanza, per incarico della procura di Torino, ieri è tornata nella sede della Juventus alla ricerca della documentazione «contabile ed extracontabile» sulla cessione dell’asso portoghese al Manchester United. Ad interessare non è la figura di Cristiano Ronaldo, che non risulta tra gli indagati. L’obiettivo, invece, è ricostruire “con precisione» l’intera operazione di mercato per poterne valutare l’impatto sul bilancio della società.
Tutto ruota intorno alla misteriosa scrittura privata che, secondo i pm, conterrebbe una serie di dettagli sulle retribuzioni arretrate di CR7. L’ormai «famosa carta che teoricamente non dovrebbe esistere» di cui parla un manager della Juventus, il chief legal officer Cesare Gabasio, al general counsel Federico Cherubini. La conversazione, intercettata dalle Fiamme Gialle, è del 23 settembre 2021, cinque giorni dopo l’approvazione del bilancio. «Stamattina - dice Gabasio - ho fatto un discorso con il pres (verosimilmente Andrea Agnelli secondo i magistrati - ndr). Gli ho detto: io non arriverei a far la causa contro di loro. Fede ti spiego solo perché noi abbiamo quella carta lì, quella carta famosa che non deve esistere teoricamente ... Quindi sai, se salta fuori abbiam ... ci saltano alla gola tutto sul bilancio e i revisori, tutto ... poi magari dobbiamo fare una transazione finta». ” Non arriverei - aggiunge Gabasio - all’estremo ... di fare una causa perché poi quella carta lì che loro devono tirare fuori non è che ci aiuti tanto a noi, nel nostro bilancio».
Da ieri Gabasio figura tra gli indagati: è l’ottavo dopo Andrea Agnelli, Pavel Nedved, manager, ex manager e la stessa società. Cherubini invece resta testimone. L’ipotesi su cui lavorano gli inquirenti è che nel bilancio 2021, nella parte relativa ai «fatti di rilievo avvenuti dopo il 30 giugno», non sia stato scritto tutto in merito all’affare Ronaldo. Viene dato atto, alla voce «cessioni definitive», che il portoghese è stato ceduto al club inglese per 15 milioni. Si precisa che «il valore di cessione potrà incrementarsi di massimi del valore di 8 milioni al raggiungimento di obiettivi sportivi». Ma sulla presunta «scrittura privata», e sui suoi effetti, nulla di nulla: e questa, secondo i pubblici ministeri, è una violazione di un principio di contabilità, nonché di un articolo specifico del codice civile, che contribuisce a comporre il reato (già contestato) di false comunicazioni di società quotate. Però senza la «famosa carta» non sarà possibile fare passi avanti.
Durante la prima perquisizione, il 26 novembre, i finanzieri l’hanno chiesta a tutti (Agnelli compreso) senza esito. L’amministratore delegato, Maurizio Arrivabene, è stato ascoltato come testimone il 29 novembre e ha detto di non saperne nulla. Ieri i militari hanno avuto dai pm l’ordine di cercarla anche a casa di Gabasio. L’avvocato Maurizio Bellacosa dello studio legale Severino, che difende la Juventus, e l’avvocato Davide Sangiorgio, difensore degli indagati in organico alla società, sottolineano che «il decreto di perquisizione di ieri non modifica le ipotesi investigative del precedente provvedimento notificato venerdì scorso, ma specifica la presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento». (ANSA).

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