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Us Open, Berrettini si ferma ai quarti con Djokovic: "La mia forza mentale deve durare 5 set"

Ora il serbo è vicino alla conquista del Grande Slam. In passato l'impresa è riuscita solo a due campioni. In semifinale incontrerà Zverev

Matteo Berrettini

Non c'è due senza tre contro il numero uno al mondo. Lo sa bene Matteo Berrettini, che dopo la finale a Wimbledon e i quarti al Roland Garros, si è dovuto arrendere a Djokovic anche sul cemento di Flushing Meadows.

Pensare che l’avvio di questo quarto di finale allo Us Open (5-7, 6-2, 6-2, 6-3 il risultato) gli aveva dato fiducia. «Chiunque dopo un primo set come quello che abbiamo giocato (è durato un’ora e 17 minuti, ndr) avrebbe pagato con un po’ di stanchezza. Lui invece ha preso energia da quel set, al momento non c'è molto che io possa fare. È successa la stessa cosa a Wimbledon. Ci è abituato. Da questa partita imparo molto e l’obiettivo è quello di essere pronto la prossima volta», ha detto il 25enne romano in conferenza stampa, come riporta Eurosport. Un set in cui Berrettini non ha fatto punti solo con il servizio e il diritto «a martello», ma ha tenuto testa all’avversario anche nei lunghi scambi, giocando alla pari. Poi, dopo una pausa, Djokovic è entrato nella sua bolla, rasentando la perfezione e spostando il gioco su un altro piano, il suo. Berrettini non ha mollato, ma non è più riuscito a metterlo sotto. Dopo tre ore e 26 minuti, si è dovuto arrendere. «Eppure oggi i presupposti per dare il meglio c’erano tutti», ha ammesso il numero 8 Atp, per la terza volta ai quarti in uno Slam nel 2021: «Non ho mai provato nulla di simile. Due anni fa con Nadal fu diverso, ero arrivato in semifinale più stanco e dopo due set avevo finito le energie. Oggi stavo bene, ma non sono riuscito a tenere il livello di Djokovic per tutta la partita. Ho giocato bene, ma oggi si è visto perché è il più forte al mondo: non importa come stai giocando, lui fa semplicemente meglio. Per quanto potessi giocare bene, lui ha continuato ad alzare il livello, lo mantiene solo lui, e ha fatto meglio. Ha meritato la vittoria, ho visto le statistiche: fanno impressione». Lavorare per sconfiggere Nole? «Parliamo di battere il numero uno al mondo che quest’anno non ha perso un match al meglio dei cinque. In futuro dovrò mantenere l'intensità fisica e mentale del primo set per tutta la partita, ma finora nessuno ci è riuscito. Se siamo in otto miliardi nel mondo - scherza Berrettini - e nessuno lo batte, ci sarà un motivo».

Djokovic si avvicina ora all’impresa di vincere il Grande Slam, dopo aver vinto Australian Open, Roland Garros e Wimbledon in questo 2021. Il serbo punta anche al suo 21/esimo major, che lo renderebbe il giocatore più titolato della storia (Federer e Nadal, come lui, sono fermi a 20). Ora dovrà affrontare Alexander Zverev, tedesco numero 4 al mondo. Nell’altra semifinale il canadese Felix Auger-Aliassime (15/o) sfiderà il russo Daniil Medvedev (numero 2).

«Ho vinto un grande match. Una partita con tanta energia. Matteo - ammette Nole - è un giocatore formidabile. Quando ho perso il primo set, sono riuscito a dimenticarlo, a ritrovare la calma. All’inizio del secondo ho portato il mio tennis a un livello diverso. Sono stati i tre set migliori che ho giocato dall’inizio del torneo. Il tennis ci dà tante lezioni di vita e giocare in questo stadio è ogni volta una lezione nuova. Matteo ha uno dei migliori servizi del mondo. Bisogna stare davvero attenti con lui. La mia - rende onore a Berrettini - è stata una grande performance».

Il serbo è a due match dal diventare il terzo uomo di sempre a vincere il Grande Slam, ovvero tutti e quattro i maggiori tornei nella stessa stagione. Finora ci sono riusciti, in anni ormai lontanissimi, Don Budge (1938, da dilettante) e Rod Laver (due volte: da dilettante nel 1962 e in formula Open nel 1969).

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