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Paralimpiadi, oro di Terzi nel nuoto. Arrivano altre 8 medaglie: raggiunta quota 43

Giulia Terzi ha vinto la medaglia d’oro nei 100 stile libero S7 di nuoto ai Giochi Paralimpici di Tokyo. L’azzurra ha chiuso in 1'09"21, nuovo record paralimpico. Argento per l’americana McKenzie Coan (1'10"22), bronzo sia per l’ucraina Yelyzaveta Mereshko che per la cinese Yuyan Jiang, entrambe al record del mondo della categoria S6 con 1'11"07. Per Terzi, 26enne di Bergamo portacolori delle Fiamme Azzurre, è la quarta medaglia alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 dopo l’oro nella staffetta 4x100 stile libero e gli argenti nei 400 stile libero S7 e nella 4x50 stile libero. Stefano Raimondi ha vinto la medaglia d’argento nei 100 farfalla S10. L’azzurro ha chiuso in 55"04, battuto solo dall’ucraino Krypak che ha fatto segnare il nuovo record del mondo in 54"15.

Poker d’argento per l’Italia in questa prima notte di gare del ciclismo con Luca Mazzone (H2), Fabrizio Cornegliani (H1), Francesca Porcellato (H1-H3) e Giorgio Farroni (T1-2). In scena sul circuito del Fuji Speedway le prove a cronometro che hanno visto gli azzurri subito protagonisti. Mazzone è il primo a salire sul podio, sfiorando la medaglia d’oro di appena 26 centesimi. "È stata una gara molto dura e ricca di imprevisti", racconta l’handbiker pugliese, vincitore di ben 15 medaglie mondiali.

E ancora: "Partire poco prima degli atleti della categoria H1 può essere problematico, poichè potresti ritrovarti sul percorso assieme a corridori che vanno più lenti, soprattutto in salita. E oggi è andata proprio così: all’ultimo giro, proprio quando stavo andando in progressione per riuscire a dare tutto nel finale, ho trovato un blocco di quattro H1 che non sono riuscito a passare. Sono stato fermo qualche secondo e probabilmente è lì che mi sono giocato la medaglia d’oro". Un peccato per il nostro portacolori, che col crono di 31'23"79 si deve inchinare allo spagnolo Sergio Garrote (31'23"53).

Ma Mazzone ci tiene a sottolineare: "Non ho nulla da recriminare alla mia preparazione di questi anni. L’argento è una parentesi, voglio tornare all’oro: nascondere la mia ambizione è inutile. Ma è una medaglia che non può che riempirmi d’orgoglio e di gioia, frutto dei tanti sacrifici miei e di tutte le persone che mi circondano: tutto lo staff la Nazionale, il CT Valentini e la mia associazione Canottieri Aniene. Tutti loro hanno fatto sì che io sia ancora qui, su questo podio, a 50 anni. Ma in particolare questa medaglia la voglio dedicare a mio figlio e a mia moglie, testimoni diretti del tanto lavoro e dei sacrifici che sono dietro a questa medaglia. L’argento è una parentesi, voglio tornare all’oro: nascondere la mia ambizione è inutile".

Medaglia d’argento anche per Fabrizio Cornegliani (H1), alla sua prima apparizione ai Giochi. Il 52enne lombardo, entrato in Nazionale solo pochi anni fa, cade in corsa ma non si lascia intimorire e raggiunge il traguardo in 45'44"56 alle spalle del sudafricano Nicolas Pieter du Preez. Al termine della gara Cornegliani racconta: "50 anni da sportivo, ecco quello che rappresenta questa medaglia. Sono caduto, mi sono rialzato e non ho mollato. Ho dimostrato che credendoci posso raggiungere qualsiasi traguardo. Questo argento, che ho strappato con sangue e denti, è per il mio papà che mi ha spinto ad arrivare fino a qui. Non abbiamo mai smesso di crederci in cinque anni".

Bravissima anche Francesca Porcellato (H1-H3), che alla sua undicesima apparizione paralimpica continua a stupire: anche per lei secondo gradino del podio e medaglia d’argento, migliorando quanto fatto cinque anni fa a Rio. "Si vede che sono come il vino rosso, più invecchio e più miglioro" commenta la Rossa Volante con la sua 14esima medaglia paralimpica al collo. E aggiunge: "E' un risultato che mi dà tanta gioia, soprattutto perché dopo tutti questi anni sono ancora sul tetto del mondo ed è bellissimo. In fondo il mio motto è 'crederci sempre, arrendersi mai'. Sono orgogliosa di me, di essere italiana e di contribuire coi miei risultati a far crescere lo sport paralimpico". Titolo alla tedesca Annika Zeyen (32'46"97), completa il podio la polacca Renata Kaluza (33'50"32).

Assunta Legnante è medaglia d’argento nel lancio del disco femminile F11 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Nella finale all’Olympic Stadium, Legnante ha lanciato a 40,25 metri, stabilendo il nuovo record europeo. Si tratta della terza medaglia alle Paralimpiadi per la campana, la prima in questa disciplina, a cui si aggiungono i due ori nel peso di Londra e Rio che proverà a bissare venerdì 3 settembre.

La competizione è un testa a testa contro la cinese Zhang Liangmin, primatista mondiale in carica, che mette subito in sicurezza il primo lancio con 38,62. La capitana azzurra piazza un ottimo 37,62 iniziale per poi prendersi il vertice della classifica provvisoria con 39,53 e fissare il nuovo primato continentale (superato di 50 centimetri). La gioia del primo posto è tuttavia provvisoria: la lanciatrice cinese si regala il record del mondo di specialità con la misura di 40,83.

L’atleta italiana non si arrende, ma nonostante il disco voli a 40,25 all’ultimo tentativo (altro record europeo), la misura non è sufficiente per salire sul primo gradino del podio. Nel post gara la campionessa mondiale di Dubai dichiara la sua insoddisfazione, che è propria di una grande combattente: "Provo rabbia. Ci ho provato fino alla fine. Ho fatto due record europei, ho fatto finalmente 40 metri in gara, sono andata vicina al record del mondo e lei ha dovuto realizzarlo per battermi. Questa è l’unica cosa che mi rasserena. Ho fatto tre Paralimpiadi nel disco, a Londra ottava, a Rio quarta e qui almeno me la sono giocata per l’oro".

"Al Mondiale di Kobe del prossimo anno - prosegue Legnante - si riproporrà una nuova sfida dove andrò a difendere il mio titolo e soprattutto a prendermi il record del mondo. A questo punto ci credo, siamo lì. Vorrei ringraziare chi ci ha ospitato a Sendai per il raduno pre-paralimpico perché siamo stati benissimo. Anche quegli allenamenti sono serviti ad arrivare qui nel modo giusto". E infine una dedica speciale per la medaglia vinta: "Quest’anno la dedico a mio padre perché sono partita quando era ricoverato. Sono venuta qui con un nodo alla gola non sapendo quello che aveva. Per fortuna ora sta bene, è a casa e sono sicura che è lì che mi segue. Come dice lui, io ho fame, e questa fame la devo dimostrare anche nel peso", conclude Legnante.

La quarantesima medaglia invece viene conquistata da Alberto Amodeo, argento nei 400 stile libero S8 di nuoto. L’azzurro ha nuotato in 4'25"93, battuto soltanto dal russo Andrei Nikolaev per 77 centesimi. L’Italia migliora dunque il risultato dell’edizione di Rio 2016, quando la spedizione azzurra conquistò 39 podi. Il quarantunesimo sigillo invece è della palermitana Xenia Palazzo che ha vinto la medaglia di bronzo nei 400 stile libero categoria S8. Per la 23enne nuotatrice quella di oggi è la terza medaglia ai XVI Giochi Paralimpici dopo l’argento nei 200 misti SM8 e il bronzo con la staffetta 4x100 stile libero azzurra. Palazzo oggi ha toccato terza in 4'56"79 alle spalle delle americane Morgan Stickney, prima in 4'42"39, e Jessica Long, seconda in 4'43"41.

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