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Damiano Caruso: da eterno gregario a secondo al Giro d'Italia, adesso la convocazione alle Olimpiadi di Tokyo

Damiano Caruso, Egan Bernal e Simon Yates

Damiano Caruso è la sorpresa del Giro d'Italia: da eterno gregario a secondo nella corsa rosa. Egan Bernal vince il Giro e diventa il secondo colombiano nella storia ad alzare il Trofeo Senza Fine dopo Nairo Quintana nel 2014 e secondo si piazza proprio il siciliano.

Nella cronometro finale, 30.3 km da Senago a Milano, lo scalatore della Ineos Grenadiers gestisce con maturità il vantaggio su Damiano Caruso e Simon Yates e conquista il suo secondo grande Giro in carriera dopo il Tour de France. Caruso va a tutta anche nell’ultima frazione della 104^ Corsa Rosa e rosicchia 30 secondi a Bernal e 1'22" a Simon Yates, consolidando il secondo posto proprio davanti all’inglese della BikeExchange.

"Sono state le mie tre settimane, è incredibile quello che sto provando in questo momento. Non avrei mai pensato di raggiungere un traguardo simile", le parole del siciliano della Bahrain Victorious. Caruso si è guadagnato la convocazione per le Olimpiadi di Tokyo: "Ringrazio il ct Davide Cassani, ma ci penserò da domani. Questa sera voglio festeggiare", ha aggiunto il ragusano. Soddisfatto anche Yates, terzo nella generale. "Ho fatto il massimo, sono riuscito a conquistare il miglior piazzamento di sempre qui al Giro. Tornerò sicuro, amo correre in Italia", il commento del britannico. Dopo Caruso il miglior azzurro della generale è Davide Formolo (UAE Emirates), 15°. Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo) chiude il suo tribolato Giro in 18esima posizione. Sul podio di Piazza Duomo salgono anche lo slovacco della Bora Hansgrohe Peter Sagan, padrone della maglia ciclamino, e il francese dell’Ag2r Citroen Geoffrey Bouchard, vincitore della maglia azzurra degli scalatori.

Damiano Caruso, in questo Giro è passato da gregario a "capitano", dopo che Mikel Landa è stato costretto a ritirarsi a causa di una brutta caduta e della frattura alla clavicola. Il ragusano è andato forte in tutte le tappe che contavano e così dopo anni di sacrifici, di supporto ai vari capitani, di passaggio di borracce, di spola tra ammiraglie e gruppo, ecco che è arrivata la sua consacrazione.

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