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Paolo Rossi, in 4 mila alla camera ardente. La moglie: "Quando è morto Maradona ha singhiozzato"

Camera ardente di Paolo Rossi

Lungo abbraccio di Vicenza a Paolo Rossi: quasi 4 mila persone hanno reso omaggio al feretro dell’ex bomber del Lanerossi, eroe dei mondiali del 1982, nello stadio Romeo Menti. All’apertura della camera ardente, nel primo pomeriggio, erano già più di1.500 i tifosi in fila per l’ultimo saluto. Nel capoluogo veneto, che ha proclamato il lutto cittadino fino ai funerali di domani mattina nel Duomo, sono stati esposti decine di striscioni con la scritta "Rossigol", accogliendo l’invito della tifoseria vicentina.

I tifosi, molti con la sciarpa biancorossa, sono sfilati davanti al feretro per un omaggio di pochi secondi, in modo da consentire a tutti di salutare l’attaccante che nel campionato 1977/1978 trascinò il Vicenza a uno storico secondo posto alle spalle della Juve, nel rispetto delle norme anti-Covid. La camera ardente doveva essere chiusa alle 20 ma l’orario è stato prolungato per consentire l’ingresso ai tanti tifosi ancora in fila.

La bara, di noce chiaro, è stata sistemata all’uscita degli spogliatoi, sotto la tribuna centrale. È stata riparata da una struttura metallica di color nero, alta circa 3 metri, con quattro grandi mazzi di fiori, bianco e rossi, adagiati a terra all’altezza dei sostegni.

A Vicenza è arrivato anche Marco Tardelli che si è trattenuto davanti alla bara con la moglie di Rossi, Federica Cappelletti e le loro due figlie. In precedenza era giunta la prima moglie di Rossi, Simonetta Rizzato, con il figlio Alessandro. Presente anche l’allenatore della Fiorentina, Cesare Prandelli: "Per me è un amico, un amico sincero: non riesco a trovare le parole, non l’ho ancora accettato», ha detto, tutta questa gente «è la testimonianza di come ha vissuto Paolo la propria professione, e la gente viene a salutare Paolo, non il calciatore".

"Il rifiuto al Napoli? Mi ha sempre spiegato che non ha mai detto no a Napoli. Chiese a Ferlaino di fare una squadra vincente, Ferlaino disse che non avrebbe fatto una squadra vincente ed allora rifiutò. Ma Paolo adorava Napoli ed il popolo napoletano: gli è sempre dispiaciuto non vestire la maglia azzurra": ai microfoni di Radio Punto Nuovo, la moglie di Paolo Rossi, Federica Cappelletti, racconta il perché del no di 'Pablito' al Napoli.

La moglie di Rossi racconta anche la reazione del marito alla notizia della morte di Diego Armando Maradona: "Quando è morto Maradona, Paolo ha iniziato a singhiozzare come un bambino - le parole della Cappelletti - è stato un momento doloroso. Spero che adesso stiano assieme".

"La mia scelta di raccontare Paolo è la voglia di regalare un po' di Paolo a tutti, perché lui amava parlare con tutti, regalava un sorriso a tutti - ha continuato - Per questo ho preferito non chiudermi del mio dolore straziante, ma parlarne, parlare del valore della condivisione. Parlare del donarsi agli altri. Non lo faccio per sfruttare la scia di questo sentimento: sento fortissimo un sentimento dall’Italia. L’ho conosciuto quando già aveva smesso di giocare: ed ho recuperato rivivendo con lui quei momenti. In questo percorso di malattia difficile: questo sarà il nostro Mondiale gli dicevo, ma non ce l’abbiamo fatta. Il suo sorriso mi ha fatto innamorare, era la forza che lo distingueva dagli altri".

"Andremo avanti con la Paolo Rossi Accademy - ha concluso - spero con la collaborazione di Tardelli e Cabrini, anche con borse di studio internazionali".

I funerali di Paolo Rossi si svolgeranno domani mattina alle 10,30 nel Duomo di Vicenza con ingresso riservato ai soli invitati della famiglia. Nel weekend la Lega Serie A e tutti i club lo ricorderanno con il lutto al braccio e un minuto di raccoglimento prima di ogni gara.

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