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Nuoto, i familiari degli atleti: "Gare a rischio. Dal Comune di Palermo solo promesse"

Sono a rischio le gare di nuoto indoor in Sicilia. La denuncia arriva da oltre 70 parenti di giovani atleti che ad aprile hanno scritto al sindaco di Palermo Leoluca Orlando e al vicesindaco Fabio Giambrone, lanciando l'allarme.

"Da anni chiediamo che si installi un pontone nella piscina comunale di Palermo - affermano - e da anni ci prendono in giro. Dopo l’ultimo nostro appello, il vice sindaco Giambrone ci aveva incontrato assicurandoci che entro dieci giorni si sarebbe svolto un sopralluogo tecnico. Questo ci ha comunicato a giugno, siamo arrivati a settembre e non abbiamo mai più avuto notizie, risposte e neanche contatti. A parole tante promesse, nei fatti zero risultati".

Fino ad adesso le gare di nuoto indoor si sono svolte nelle piscine comunali di Paternò e di Caltanissetta, ma anche questi due impianti hanno dei problemi strutturali che potrebbero impedire lo svolgimento di competizioni agonistiche al loro interno.

"Installare il pontone alla piscina comunale di Palermo - aggiungono - indispensabile per le gare di nuoto, costerebbe poco meno di 150 mila euro. Continuiamo a non comprendere come mai la Giunta comunale voglia privare la città della possibilità di essere meta del turismo sportivo, a fronte di un impegno di spesa che sarebbe subito ammortizzato dal ritorno in termini economici e di immagine. Peraltro anche la Fin (Federazione italiana nuoto) ha chiesto formalmente al Comune di Palermo, di dotare di un pontone la piscina comunale, ma la Giunta Orlando, per motivi incomprensibili, preferisce non agire e tergiversare".

I sottoscrittori dell’appello, che rappresentano i 1500 atleti del nuoto agonistico in Sicilia, si rivolgono al presidente, Nello Musumeci e al Coni affinché intervengano per fare in modo che i giovani nuotatori gareggino in questa regione. "Aiutateci - affermano - a trovare soluzioni che garantiscano il diritto allo sport dei nostri ragazzi".

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