Il carro funebre con la bara di Felice Gimondi ha lasciato la camera mortuaria dell’ospedale di Taormina, diretto a Paladina, comune distante 15 chilometri da Bergamo dove l'ex campione viveva con la sua famiglia. Questa mattina, infatti, l'automezzo si è messo in viaggio seguito dai congiunti del campione, deceduto per infarto nel tardo pomeriggio di venerdì mentre faceva il bagno nella spiaggia di Giardini Naxos. L’arrivo della salma a Paladina, dove Gimondi con la moglie Tiziana abitava da circa 40 anni, avverrà a notte inoltrata. Il feretro verrà collocato nella chiesetta vicina a quella della parrocchia dove martedì alle 11 verrà celebrato il funerale. E’ previsto un massiccio e continuo afflusso di gente (autorità, personalità tra le più variegate, ex compagni di gara, corridori in attività e semplici appassionati delle due ruote nonchè sportivi in genere) sia all’arrivo della salma e sia nelle ore successive fino al giorno dell’ultimo saluto. Commovente e significativa, intanto, la lettera scritta dalla figlia primogenita Norma (firmata insieme alla mamma Tiziana e alla sorella Fedrerica) e pubblicata dal Corriere della Sera. "Papà ti scrivo come facevo quando partivi per il Giro per non farti sentire solo la sera...Ci hai insegnato il rispetto per gli avversari e soprattutto a non arrenderci mai... vorrei poterti dire alzati come vorrebbero i tuoi tifosi" le frasi più toccanti della lettera. Anche Gianni Motta, rivale di Gimondi in corsa, ha coniugato dolore a sentimenti di profondo affetto:"Con Felice, da corridore, ci controllavamo spesso e a lungo: una volta appese le biciclette al chiodo siamo diventati di colpo grandi amici. Con uno come lui non sarebbe potuto accadere il contrario".