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Volley, la trans Tifanny gioca con le donne: polemica

Tifanny Abreu

Non c'è solo la disputa (anche di fronte al Tas) fra il presidente della Iaaf Sebastian Coe e la sudafricana Carseten Semenya a rendere attuale, e particolarmente acceso, il dibattuto sulla presenza di donne poco femminili o con elevati tassi di testosterone nelle discipline sportive del gentil sesso.

C'è infatti anche la vicenda, tornata a suscitare forti polemiche in Brasile, della pallavolista trans Tifanny Abreu, ex uomo (si chiamava Rodrigo), che in Italia ha giocato nel Golem Palmi e dopo il ritorno in patria fa parte Sesi Bauru. Nel corso di una partita di campionato contro il Sesc di Rio, l’allenatore della squadra carioca Bernardinho, pluridecorato ex ct delle nazionali brasiliane, dopo un punto messo a segno da Tifanny si è lasciato sfuggire la frase "è un uomo" divenuta poi virale sul web dopo l’inevitabile passaggio televisivo.

Il tecnico si è poi scusato, ma ormai la 'frittata' era fatta e a rinfocolare la polemica sono arrivati i tweet di Ana Paula, 'icona' del volley femminile brasiliano e bronzo olimpico ad Atlanta 1996, che ha difeso Bernardinho sostenendo che "una certa minoranza rumorosa vuole sostenere ad ogni costo che certi sentimenti siano più importanti dei fatti e della biologia. Invece la lucidità di certe frasi è dimostrata dalla stessa comunità gay che, in assoluta maggioranza, non concorda con il fatto che uomini biologici competano, vincano e battano record femminili".

Adesso è arrivata la risposta piccata della 34enne Tifanny, che aveva evitato ogni polemica con Bernardinho, ma non ha gradito i commenti della ex collega-rivale, la quale, sostiene Tifanny, avrebbe anche scritto una lettera al Cio per sottolineare, e condannare, la presenza di una giocatrice trans in un campionato femminile.

"Questa ragazza è un’opportunista che cerca nuovamente di farsi pubblicità - ha replicato Tifanny. La signora Ana Paula nemmeno vive più in Brasile, si considera americana e quindi dovrebbe occuparsi dei trans nello sport statunitense. Ce ne sono tanti, ma di loro lei non ne parla. Perché vuole occuparsi di me che sto in Brasile? Quella lettera scritta al Cio contiene bugie, e chi ha studiato a fondo il caso dei trans è il comitato olimpico e non lei, che con certe considerazioni dilata l’omofobia. Io non ho implorato nessuno per giocare tra le donne, è una legge che esiste per tutti i trans e io sto dentro le regole. Non tutti i trans possono giocare, il talento non ha sesso e bisogna averne per riuscire. Quindi lei si occupi dei trans americani, e lasci in pace me». Ma che ne pensa di certe giocare che a lei riescono e che sono state definite tipiche del volley maschile? «Noi donne trans abbiamo cominciato a giocare tra gli uomini - è la spiegazione di Tifanny - e abbiamo imparato movimenti maschili che le donne non hanno appreso. In passato ci sono state partite in cui l’allenatore ha chiesto di non puntare su di me perché ho movimenti maschili. Ma io no voglio crocifiggere nessuno". ANSA

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