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Tour de France, Froome fora e rientra: Aru non riesce a scappare

PARIGI. Una tappa, la n.15 di questo Tour de France, che ha avuto molto da raccontare, e che il ds dell’Astana Giuseppe Martinelli aveva definito «la più pericolosa di tutte». E’ successo un pò di tutto, c'è stata la bella vittoria dell’olandese Bauke Mollema che entra nella fuga dei 28 corridori che comincia sulla prima salita di giornata e dopo il passaggio sull'ultima, a 28 km. dal traguardo, va via da solo a conquistare un successo di tappa che è il primo per la Trek Segafredo.
Recriminano Ulissi, Gallopin, Roglic e Barguil perdono l'attimo e si lanciano troppo tardi all’inseguimento: devono accontentarsi di fare la volata per il secondo posto, in cui Ulissi precede gli altri.

Ma è stata una giornata significativa anche per i grandi. Come previsto, fin dall’inizio il Team Sky si mette davanti e scandisce il ritmo, lasciando spazio ad attaccanti che non siano pericolosi per la classifica. Tutto ciò fino ai piedi del Col de Peyra Taillade, perché qui scatta il forcing della AG2r sule strade dell’idolo locale Bardet. A 37 chilometri dal traguardo Chris Froome fora la ruota posteriore e il gruppo in cui si trova, e del quale fa parte anche Fabio Aru, va in scena la bagarre tra gli uomini di classifica, attardati di oltre 6 minuti rispetto al corridore di testa.

La maglia gialla perde secondi mentre l’ex iridato Kwiatkowski, che qui gli fa da gregario, gli passa la ruota. Così Froome risale in sella con 45 secondi di ritardo e recupera aiutato da Kiriyenka, e Nieve. Spreme quindi la squadra per riportarsi su Aru e Bardet, che prova il colpo ma non riesce ad 'affondarlò, e alla fine deve ringraziare soprattutto Mikel Landa, che rispettando gli ordini di scuderia si ferma ad aspettarlo e lo riporta sotto. Dopo aver raggiunto i rivali il britannico riesce a controllare la situazione e quindi a difendere la maglia gialla. Froome arriva a 6'25» da Mollema, vincendo lo sprint del gruppetto in cui ci sono i migliori in classifica generale, e quindi rimane leader con 18» su Aru e 23» su Bardet. Quintana va incontro ad un’altra delusione e Accumula altro distacco.

Sui saliscendi del finale, allunga Daniel Martin che guadagna una manciata di secondi e supera Landa piazzandosi al quinto posto della generale mentre un salto in avanti lo fa Damiano Caruso, infilatosi nella fuga di giornata e che alla fine recupera oltre cinque minuti a Froome e ora è decimo in classifica.

«Anche quella di oggi è stata una tappa impegnativa - commenta Fabio Aru dopo aver tagliato il traguardo - ma sono rimasto davanti e non mi sono fatto sorprendere. Domani c'è il giorno di riposo, ma mancano sei tappe e quelle della terza settimana sono tutte dure. Ma ora godiamoci il riposo e poi ci penseremo, c'è tempo per recuperare energie». Ma oggi non si poteva fare di più? «C'erano strappi nel finale - risponde Aru - ma nel gruppo eravamo tanti e alla fine siamo arrivati tutti insieme». Rimpianti per ieri? «La tappa di ieri è andata - spiega -, e ora è inutile guardarsi indietro: pensiamo al futuro. La terza settimana è una cosa a sé, vediamo che succede. Sulle Alpi mi posso divertire? bisogna passarle tutte».  Domani riposo a Le Puy en Velay, per recuperare le forze e riordinare le idee e poi si riparte in direzione delle Alpi.

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