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Giro d'Italia, all'austriaco Postlberger la prima maglia rosa

Lukas Postlberger

OLBIA. Mai, prima d’ora, un austriaco aveva vinto una tappa del Giro d’Italia e mai aveva indossato la maglia rosa. Dopo cent'anni, Lukas Postlberger entra di diritto nella storia del suo paese, beffando tutti all’arrivo della prima tappa sul lungomare di Olbia, dopo 206 km di corsa a ritmi più bassi del previsto (media di 39,415 km/h) e caratterizzati dalla lunga fuga di cinque corridori - inizialmente sei e poi diventati quattro nel finale - per ben 201 km. La tanto attesa prima maglia rosa dell’edizione del centenario va dunque ad un gregario, alla sua prima grande corsa a tappe, compagno di squadra di quel Cesare Benedetti, prima maglia azzurra del Giro, protagonista della lunga fuga per le strade del nord Sardegna.

Postlberger, 25 anni compiuti a gennaio, tra i prof dal 2014, è al primo grande exploit della sua carriera. Ha beffato tutti, a poche decine di metri dall’arrivo, dopo che il gruppo aveva ripreso i fuggitivi a 3,6 km dal traguardo. Con il gruppo compatto, quando tutti si aspettavano una combattuta volata finale tra sprinter, l’austriaco ha allungato il passo e si è involato solitario al traguardo, festeggiando con le braccia alzate già qualche metro prima.

Un finale a sorpresa, dunque, per la prima tappa del Giro, la Alghero-Olbia di 206 km, caratterizzata dalla lunga fuga di Benedetti, Pavel Brutt (Gazprom Rusvelo), Mirco Maestri (Bardiani Csf), Eugert Zhupa (Wieler Triestina Selle Italia), Marcin Bialoblocki (Ccs Sprandi) e Daniel Teklehaimanot (Dimensione Data), che si sono staccati dal gruppo ad appena duemila metri dalla partenza poco fuori Alghero.

Una tappa che era cominciata in un clima festoso per la città catalana. Scuole chiuse per ordinanza del sindaco e migliaia di persone - tantissimi i giovani - che si sono riversati sul lungomare, sede della partenza, e nelle strade del centro, dove i 195 corridori al via hanno sfilato in gruppo prima dello start ufficiale, poco fuori Alghero. Un clima di festa, scalfito, però, dalla notizia della sospensione dei due ciclisti della Bardiani Csf, Nicola Ruffoni e Stefano Pirazzi, trovati non negativi a due controlli antidoping a fine aprile. Notizia che ha mandato su tutte le furie il direttore del Giro, Mauro Vegni ("Non è possibile che ci sia ancora qualcuno convinto di imbrogliare e di farla franca, non so come definirli quei due», ha detto) e lo stesso direttore sportivo della squadra coinvolta, Bruno Reverberi, che senza mezzi termini ha definito "coglioni» i suoi due corridori.
Il vantaggio massimo dei fuggitivi è stato di poco più di 7 minuti. A 3 km dal primo Gran premio della montagna, l’attacco di Benedetti che precede Zhupa sul traguardo di Multeddu. Tra i cinque c'è anche Teklehaimanot, l’eritreo di 28 anni messosi in evidenza per la prima volta due anni fa al Tour. Il ciclista africano prova a staccare i compagni di fuga, ma al traguardo del secondo Gpm, a Trinità d’Agultu, è sempre il ciclista italiano della Bora-Hansgrohe a passare per primo, e sempre davanti all’albanese della Triestina-Selle Italia.

Vento contrario e prima vera giornata di caldo nell’isola, con una temperatura che sfiora i 30 gradi, e così il gruppo, guidato dalla Orica Scott, si avvicina. A 3,6 km dal traguardo la fuga è finita, i quattro rimasti davanti vengono risucchiati nel gruppo. Quindi l’exploit, imprevisto e imprevedibile, di Postlberger.

Alla partenza e all’arrivo sono stati effettuati i controlli anti frodi-tecnologiche: controllate 272 bici. Domani seconda tappa, da Olbia a Tortolì, in Ogliastra, di 208 km, con partenza dal Molo Brin alle 11.50.

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