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L'Italia ko anche con la Francia: il "6 Nazioni" è da incubo

Sergio Parisse

ROMA. Il solito primo tempo combattuto ad armi pari, poi il tracollo nella ripresa e alla fine altri 40 punti subiti. Stavolta l’Italia soccombe sotto i colpi della Francia, che vince allo stadio Olimpico per 40-18 e si porta a casa 5 punti compreso quello di bonus, oltre al trofeo Garibaldi in palio tra le due nazionali. Agli azzurri non basta nemmeno l'orgoglio della seconda meta segnata da Esposito a tempo scaduto. È già ultimo posto matematico per Parisse e compagni, a nulla servirà l’ultima trasferta in Scozia nel prossimo week end per evitare l’ennesimo cucchiaio di legno, visto che, oltretutto, l’Italrugby corre il rischio di rimanere a zero punti anche dopo il match di Murrayfield. In attesa dei fantasmi del castello di Edimburgo, è già incubo, perché a questa squadra non è riuscito finora, in quattro test, nemmeno di prendere un bonus, ovvero quel punto che si concede a chi perde con 7 o meno punti di scarto o segnando quattro mete.

Oltretutto Parisse e soci non vincono in casa dal 2013, quindi sono 4 anni di calvario, che rischiano di allontanare il pubblico dallo stadio Olimpico. Anche oggi non c'era il tutto esaurito di un tempo e c'è perfino chi, in polemica per i risultati che non arrivano, propone lo 'sciopero' del tifo per il torneo del prossimo anno. Ad esemplificare la prestazione di oggi c'è un dato statistico, relativo ai placcaggi fatti nel primo tempo: l’Italia ha avuto una percentuale di riuscita del 67%, come dire che così nel rugby moderno non si va da nessuna parte.

Tuttavia il ct Conor O'Shea stavolta tende a distinguere rispetto all’umiliante ko subito con l’Irlanda: «E' dura da spiegare dopo una sconfitta - rileva a fine match - siamo stati molto competitivi specie nel primo tempo, abbiamo fatto tante cose buone ma abbiamo preso nulla: la Francia è stata migliore di noi. Ma io credo in questo gruppo, oggi è molto diversa dalla sconfitta con l’Irlanda. Sono fiero dei miei giocatori, loro giocano sempre contro pronostico». E pensare che gli azzurri erano andati anche in vantaggio segnando la prima meta già al 3'. A realizzarla Sergio Parisse, oggi al suo 125/o cap e che commenta amareggiato: «Non penso ci sia mancata la voglia di combattere oggi - le parole del capitano azzurro - ci manca l'abitudine di essere in partita week-end dopo week-end».

Quella che sembra una critica al movimento, soprattutto al fatto che tanti giovani delle franchigie italiane (Zebre e Treviso) sono poco abituati a vincere durante la stagione, tanto che anche O'Shea ha confermato la volontà, dopo il 6 Nazioni, di sedersi al tavolo con la Fir e decidere al meglio per il futuro del movimento azzurro.

Sempre Parisse: «Siamo lo specchio del rugby italiano: abbiamo tante capacità ma anche tante debolezze. Ma da quando sono capitano non ne ho mai visto giocatori che non danno il massimo», l’analisi del numero 8 azzurro, secondo il quale in partite come quella di oggi «sono i piccoli dettagli che fanno cambiare l’andazzo partita». Il momento clou, la meta annullata a Bronzini nella ripresa sull'11-26 e che avrebbe potuto riportare in partita gli azzurri: «Se fosse stata accordata magari sarebbe andata diversamente - lamenta Parisse -, peccato, il risultato è veramente duro ma dobbiamo prenderla così e continuare perché non ci sono alternative».

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