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Diritti tv: il Tar annulla le multe a Mediaset, Sky e Lega Calcio

Il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta - Fonte Ansa

ROMA. Nessun accordo spartitorio: il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi presentati da Mediaset, Mediaset Premium, Lega Calcio, Sky e Infront, annullando quanto deciso dall'Antitrust che nell'aprile scorso aveva multato i principali operatori tv nel mercato della pay-tv, nonchè la Lega Calcio e al suo advisor, per un' «intesa restrittiva della concorrenza» in materia di diritti televisivi della Serie A per il triennio 2015-2018. Il Garante ha comunque già annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.

La multa inflitta a Mediaset era stata di 51,4 milioni, quella a Infront di 9 milioni, 1,9 milioni per la Lega Calcio e 4 milioni a Sky: totale 66,3 milioni. Il Tar del Lazio «ha accolto senza riserve» un ricorso «contro un teorema del tutto privo di prove», ha commentato il gruppo di Cologno Monzese secondo cui la sentenza odierna «non può definirsi 'accordo spartitorio' dato che le parti hanno consentito il perpetuarsi di una concorrenza che altrimenti non ci sarebbe stata». Secondo il Tar, continua Mediaset, «la soluzione orientata all'attribuzione dei due pacchetti principali ad uno solo dei due operatori (Sky, dominante sul mercato della pay tv), come sponsorizzata a posteriori dall'AGCM, non sembrava certo idonea a consentire una svolta proconcorrenziale».

«Per i giudici del Tar - conclude Mediaset - la 'causà contrattuale alla base della sublicenza per il pacchetto D richiesta dalla Lega e autorizzata dall'Autorità era pienamente lecita, in quanto orientata ad evitare contenziosi futuri, 'stallò del mercato e ulteriori inconvenienti per i consumatori, mantenendo la concorrenza effettiva in assenza di nuovi operatori concretamente interessati all'ingresso nel mercato specifico».

«Non posso che prendere atto con soddisfazione del pronunciamento del Tar che riconosce la piena correttezza dei comportamenti della Lega di Serie A», ha commentato il presidente Maurizio Beretta. Analoga soddisfazione trapela anche da ambienti Sky che si dicono «lieti che si sia dissolto anche il minimo dubbio sulla nostra correttezza».

Anche il gruppo Infront si dice «soddisfatto» della decisione del Tar, ma fa sapere di attendere le motivazioni per esprimere una posizione più precisa. Nella sentenza dell'aprile scorso, il Garante aveva ravvisato un'intesa restrittiva della concorrenza tra i due operatori della pay tv, a danno di altri soggetti, come Eurosport, che avrebbero avuto interesse a entrare nel mercato. L'accordo, si leggeva nelle motivazioni, fu suggerito da Infront, advisor della Lega, appoggiato da Mediaset e subito da Sky e, avendo inficiato la credibilità delle future gare e alterato la ripartizione delle risorse e della raccolta pubblicitaria nel settore, era stato giudicato «particolarmente grave».

L'accordo era seguito ad un'asta in cui Sky aveva presentato l'offerta più alta per i pacchetti A e B, con le otto migliori squadre (esclusa la Roma) rispettivamente per il satellite e il digitale terrestre, mentre Mediaset risultò 1/a per il pacchetto D con le altre 12 squadre per tutte le piattaforme, condizionando però la sua offerta all'aggiudicazione del pacchetto B.

Il Tar ha oggi ribaltato quel pronunciamento: per i giudici amministrativi, il Garante deve avere come obiettivo l'accertamento di «situazioni patologiche» che possono creare una «posizione dominante» nel campo di alcuni editori tv. Viceversa, il Tar sottolinea come la Lega Calcio abbia sentito l'Antitrust ad ogni passaggio della procedura di gara: ad esempio quando bisognava autorizzare Rti-Mediaset a girare il pacchetto D a Sky. E, a proposito dell'emittente satellitare, gli elementi acquisiti indicano che ha partecipato all'intesa con un ruolo marginale e sostanzialmente difensivo, al fine di ottenere l'aggiudicazione di almeno uno dei due pacchetti. Tra l'altro, conclude il Tar, appena lanciata la gara, Sky e Mediaset si erano combattute «a colpi di diffide e contro diffide» per aggiudicarsi i diritti del satellite, una, e del digitale terrestre, l'altra. Quindi - è la sottolineatura, «è esclusa ogni volontà, palese o occulta, di pervenire ad accordi spartitori di qualunque tipo».

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