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Roma 2024, sfuma il sogno olimpico
Ira del Coni: scelta paradossale

Giovanni Malagò

ROMA. Il sogno olimpico tramonta ancora una volta. La Giunta Raggi non ci ripensa, non cambia idea e dice no alla corsa di Roma 2024. Lo spiega all'Ansa una fonte qualificata del Campidoglio, che mette così il sigillo definitivo a un parere negativo sempre manifestato e la cui ufficialità sarà data «la prossima settimana».

«La Giunta Raggi non cambia idea sulla possibilità che Roma organizzi le Olimpiadi tra otto anni e quindi dice no. È previsto che la prossima settimana la sindaca faccia l'annuncio ufficiale in una conferenza stampa» il messaggio che arriva dal Campidoglio.

«Impossibile. La sindaca Raggi ha sempre detto che avrebbe prima incontrato Malagò e Pancalli e finora, nonostante una richiesta formale scritta, non è stato fissato alcun incontro» la reazione del Coni. «La notizia è paradossale - sottolineano dal governo dello sport - -, in quanto se vera sarebbe un affronto agli atleti che stanno gareggiando a Rio e per i quali le Paralimpiadi a Roma sarebbero l'unica possibilità per rendere accessibile la Capitale».

Ma la sindaca ha anticipato il no e a meno di colpi di scena, che a questo punto sarebbero clamorosi, chiude il capitolo Olimpiadi, perchè senza l'appoggio del Comune la volontà di Coni e governo era quella di stoppare la candidatura. Si erano sbilanciati già Di Maio e Di Battista che, violando la "tregua" olimpica tra Comune e Roma 2024, quel gentleman agreement per cui prima della fine dei Giochi non si doveva parlare del progetto capitolino, avevano già ieri lasciato intendere che la strada era segnata.

E senza il sostegno del Campidoglio la corsa finisce: era stato molto chiaro il premier, Matteo Renzi, e lo stesso presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel sottolineare che anche se tecnicamente la Giunta potrebbe essere scavalcata, senza l'ok del Comune le Olimpiadi non si fanno, chiudendo la porta anche a eventuali slittamenti al 2028.

«Non se ne parla per diversi quadrienni» aveva sottolineato Malagò. Un copione già visto, perchè Roma si ritirò dalla corsa per il 2020 dopo il 'no" dell'allora Premier Monti. Stavolta l'iter era in fase decisamente più avanzata, il dossier era stato consegnato nel febbraio scorso e il prossimo 7 ottobre si sarebbe entrati nel secondo step.

Un passaggio formale, che avrebbe consentito comunque al Comitato promotore di eseguire modifiche al piano fino a febbraio 2017. Ma la Giunta capitolina targata 5 Stelle, dopo aver preso tempo, ha rotto gli indugi.

La parola fine arriva nel giorno in cui, proprio alla luce della "rottura" (dopo i secchi no di Di Maio e Di Battista) di quella tregua che la stessa Raggi - che il 13 settembre verrà ascoltata dalla commissione cultura del Senato sul tema Olimpiadi - aveva avallato in attesa della fine delle Paralimpiadi, erano state rese noto due lettere degli atleti azzurri medagliati a Rio a sostegno del sogno a cinque cerchi.

Due lettere, una firmata da 68 azzurri, l'altra personale di Niccolò Campriani, tre volte campione olimpico. «Saremo felici di poter gareggiare ora, insieme, per conquistare un sogno, una speranza: Roma 2024», hanno scritto gli azzurri. «Cara Raggi - prosegue un passo della missiva inviata al Campidoglio - dia impulso ai nostri sogni e sostenga la candidatura di Roma 2024: gareggiamo insieme per conquistare una speranza».

La lettera di Campriani data invece 28 agosto: «Ci dia la possibilità di assumerci da giovani atleti e buoni cittadini le responsabilità che la passione e i sogni ci hanno attribuito», si legge invece tra le righe del lungo appello del campione toscano. Ma non è bastato a far cambiare idea alla Giunta guidata da Virginia Raggi.

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