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Tappa dolomitica a Chaves, Kruijswijk nuova maglia rosa

CORVARA IN BADIA. Kruijswijk e Chaves su, Valverde e Amador giù. Nibali è lì, secondo in classifica senza entusiasmare. Nel Giro d'Italia dalle porte girevoli (anche oggi una nuova maglia rosa, l'olandese Kruijswijk) il tappone dolomitico non emette verdetti definitivi ma cambia il borsino dei favoriti. Entrano prepotentemente in scena nuovi candidati alla vittoria finale (Kruijswijk e il colombiano Esteban Chaves trionfatore di tappa oggi a Corvara allo sprint proprio sull'olandese) ed esce Alejandro Valverde, che patisce l'ultima salita e ora è staccato di oltre 3'. Se non è una resa definitiva quella dello spagnolo, ci siamo quasi.

Vincenzo Nibali continua il suo Giro come un diesel. Lo Squalo morde ma non affonda i denti. Chi si aspettava un colpo di grazia finale al Giro rimane deluso, ma il siciliano - oggi quinto a 37« dal primo - è sempre lì, staccato ora di 41» dalla maglia rosa. Il suo attacco sull'ultima delle sei cime dolomitiche in programma oggi, il Valparola, miete due vittime: il pericolo numero uno Alejandro Valverde e il suo compagno alla Movistar, il costaricano Andrej Amador, maglia rosa per un giorno. Ma finisce per pagare lo sforzo quando a partire sono Kruijswijk e Chaves, gli avversari che non ti aspetti, da cui prende una trentina di secondi negli ultimi tre chilometri prima del Passo Valparola. Distacco che non recupera nella discesa che segue e sul successivo Muro del Gatto, uno strappo di 300 metri al 19% di pendenza. Alla fine è 5/o con un ritardo di 37«.

"Ho pagato lo sforzo negli ultimi tre chilometri di salita - spiega alla fine il siciliano dell'Astana - ma sono soddisfatto. Forse non ci aspettavamo che Kruijswijk andasse così forte, temevamo più Valverde. Ma oggi era una tappa difficile ed era importante gestire le forze. Ora vediamo che succede domani nella cronoscalata". Michele Scarponi, infaticabile oggi nel trainare il suo capitano, non la vede così nera. "Penso che abbiamo fatto dei passi avanti. Ho detto a Vincenzo che il Giro è lungo e oggi ci siamo scrollati di dosso un cliente difficile come Valverde".

I protagonisti di giornata sono due. Uno è Esteban Chaves, scalatore colombiano dalla lingua svelta e i muscoli d'acciaio. Sulle cime sulle quali Coppi e Pantani hanno scritto pagine memorabili (in fila uno dopo l'altro il Pordoi, il Sella, il Gardena, il Campolongo, il Giau e il Valparola oggi rese solo un pò meno dure dalle temperature primaverili) si esalta andando a cogliere il successo più prestigioso della sua carriera. E quando gli chiedono se pensa di vincere il Giro non si nasconde: "Proviamo, proviamo", dice ammiccando con un sorrisetto furbo.

Il colombiano scippa il successo al connazionale Darwin Atapuma, protagonista di una lunga azione solitaria prima del crollo a 2 chilometri dalla fine, quando era a un passo dal sogno. L'altro, Kruijswijk, si gode la sua prima maglia rosa (secondo olandese di questo Giro dopo Dumoulin) e guarda con fiducia all'impegno di domani, la cronoscalata all'Alpe di Siusi con 9 km tutti in ascesa: "Una salita adatta alle mie caratteristiche" avvisa. E se il Giro 'sliding doors' avesse trovato il suo padrone?

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