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Europei e terrorismo, forse gare a porte chiuse. "Per l'Italia rischi crescenti"

Jacques Lambert, presidente di Euro 2016

PARIGI. Parte il countdown dei meno 100 giorni dall'inizio degli Europei di Francia e il mondo del calcio è più che mai con il fiato sospeso. I due kamikaze che si sono fatti esplodere il 13 novembre fuori dallo Stade de France hanno lasciato un segno profondo e i problemi della sicurezza «pesano come una spada di Damocle» sul torneo, ha detto Jacques Lambert, presidente di Euro 2016.

Dall'organizzazione, per la prima volta, si è parlato oggi di possibili incontri da svolgere «a porte chiuse» nella fase finale del torneo, la prima prevista su una durata di un mese, in 10 stadi di 10 città differenti, con 51 partite e 24 squadre con un campo base ma continuamente in trasferimento su tutto il territorio. Martin Kallen, direttore generale di Euro 2016, ha ipotizzato «incontri rinviati o in ritardo», partite spostate in sedi diverse da quelle previste e match senza pubblico.

Il rischio pesa ovunque, su ogni partita, su ogni sede di ritiro o campo di allenamento, su ogni «fan zone» dove saranno accalcati migliaia di tifosi per seguire i match sui maxischermi o per fare festa fino a tarda sera. L'Italia, come confermato oggi dalla relazione semestrale degli 007, è «sempre più esposta alla minaccia jihadista». E l'Ansa a Parigi ne ha avuto la conferma da fonti della sicurezza internazionale: «il rischio - dice la fonte - verrà valutato all'approssimarsi dell'inizio del torneo, il 10 giugno. Le condizioni saranno cambiate rispetto ad oggi, così come i rischi legati alla politica internazionale. L'Italia è data come un obiettivo potenzialmente in crescita».

Le stesse fonti spiegano che le visite dei rappresentanti di ogni Paese rappresentato all'Euro 2016 cominciano proprio nei prossimi giorni. È già certo, apprende sempre l'Ansa, che anche in ogni campo base, sede di ritiro delle 24 squadre, ci saranno - oltre a gendarmi e poliziotti - anche «uomini delle squadre speciali antiterrorismo, i GIGN e i RAID. Come minimo due per ogni ritiro». Senza limiti di dispiegamento se la delegazione da proteggere risulterà particolarmente a rischio.

Nel mirino, secondo gli organizzatori, ci sono soprattutto «cinque partite» fra le 36 della prima fase, quelle sulle quali si sta al momento muovendo la sicurezza. Non si sa quali siano, anche se gli indizi tendono a concentrarsi su quelle che vedono coinvolti i Paesi già considerati a rischio jihad, Francia in testa. Per quanto riguarda gli azzurri, almeno sulla carta, potrebbe essere sotto osservazione Belgio-Italia del 13 giugno a Lione, visto anche come il territorio belga si è dimostrato centrale nell'organizzazione e nella logistica degli attentati. Intanto, a Parigi si cerca di trovare temi più «leggeri» e si prova a fare già festa: sulle cabine della grande ruota di Place de la Concorde - che stasera avrà i colori delle 24 squadre partecipanti - saranno visibili i volti di tifosi di tutte le nazioni in gara.

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