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La Pennetta dice addio con un ko, capolinea al Masters con la Sharapova

SINGAPORE. Bella, brava, intelligente, solare, spiritosa. Mancherà, al tennis mondiale, una figura come Flavia Pennetta se, come sembra, quello perso contro Maria Sharapova a Singapore sarà stato l'ultimo match di una splendida carriera. Impreziosita nel finale, a 33 anni a mezzo, dalla prima vittoria in uno Slam, che è anche la prima vittoria di un'italiana agli Us Open; e dalla prima partecipazione alle Wta Finals, il Masters tra le otto migliori della stagione.

Un record, del resto, la Pennetta lo deteneva dall'agosto 2009. quando era stata la prima azzurra a entrare nella Top 10, in cui è ritornata dopo lo storico trionfo a Flushing Meadows; fino a raggiungere, al numero 6, il suo best ranking.  Nata a Brindisi il 25 febbraio 1982, Flavia impugna la racchetta fin da bambina, sotto la guida del padre Oronzo, mostrando subito grande talento. Vince tornei giovanili e Itf, in singolare e in doppio. Diventa professionista nel 2000, il giorno del 18/o compleanno. Da allora, un 'cursus honorum' di tutto rispetto: 11 titoli Wta in singolare, 17 in doppio, quattro Fed Cup con la Nazionale azzurra. Ha battuto in carriera star come Sharapova, Wozniacki, Azarenka, Hingis. È stata numero 1 del mondo in doppio, in coppia con l'argentina Gisela Dulko, assieme alla quale ha vinto, tra 2010 e 2011, Masters di fine anno e Australian Open. Ha incantato con il suo gioco pulito e intelligente, con il suo rovescio, uno dei più belli del circuito: punto di forza, assieme al servizio quando le funziona, del suo repertorio.

Elegante in campo e fuori. «È una ragazza piena di fascino, aggraziata, femminile. Gioca un tennis bello, dinamico», ha detto di Flavia la leggendaria Lea Pericoli. Certo, in 16 anni di carriera, e di vita, non sono mancati i momenti bui, sia nel pubblico sia nel privato. Un polso che già le aveva già dato fastidio tra 2006 e 2007, la costringe all' intervento chirurgico nell'agosto 2012. Mesi di assenza, la caduta al numero 158 del ranking: poi, nel 2013, la rinascita. Quarto turno a Wimbledon e semifinale agli Us Open. L'anno successivo, a Indian Wells, prima vittoria in un torneo Wta Premier. Nel 2014 sboccia anche il legame con Fabio Fognini, che segue una storia, finita in modo traumatico, con un altro  'collegà, lo spagnolo Carlos Moya; e una, più recente, con l' attore Andrea Preti. Del resto a Flavia, bellezza mediterranea, fidanzati e spasimanti non sono mai mancati. «Penso di essere carina, di una bellezza normale. Forse le donne non fanno fatica a riconoscersi in me e gli uomini non mi considerano fredda e irraggiungibile come la Sharapova», disse di sè anni fa.  Il 2015, peraltro cominciato mediocremente, è stato l'anno dell'apoteosi. Ma, dopo il trionfo agli Us Open, contro l'amica e corregionale Roberta Vinci, l'annuncio shock: «A fine stagione mi ritiro».

Poi, ciliegina sulla torta, la qualificazione per Singapore: «Un sogno che diventa realtà, il modo perfetto per concludere una stagione fantastica per me. E anche un modo meraviglioso per dire addio al tennis, su un palcoscenico spettacolare», ha commentato alla vigilia. È mancato l'approdo alle semifinali, sarebbe stata la prima italiana. Ma ha ricevuto l'abbraccio e l'omaggio di colei che gliel'ha negato: «So che era il suo ultimo match, Flavia ha raggiunto risultati incredibili, fantastici. Ci mancherà», ha detto la Sharapova, dopo che l'avversaria sconfitta era uscita di scena commossa, in punta di piedi, scansando cerimonie e omaggi floreali. Flavia Pennetta, la figlia che Lea Pericoli avrebbe voluto avere.

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