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Dubbi sul circuito di Monza, Ecclestone: "Improbabile il rinnovo"

Proprio il premier, giorni fa, ha lanciato un avvertimento: "Giù le mani da Monza, la Formula1 sta in piedi non solo per i soldi ma anche per i simboli". Ma Ecclestone sembra vederla diversamente

MONZA. Il futuro del Gp di Monza è legato ai 10 milioni di euro che ballano fra le richieste della Formula 1 e l'offerta degli organizzatori per rinnovare il contratto in scadenza nel 2016. Un'eventualità improbabile al momento, secondo Bernie Ecclestone, che del Circus è il patron, e ha ribadito le proprie pretese non appena ha messo piede nel paddock, dove ha avuto un primo incontro con i vertici dell'autodromo brianzolo e dove domenica vedrà anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il governatore della Lombardia Roberto Maroni. Proprio il premier, giorni fa, ha lanciato un avvertimento: "Giù le mani da Monza, la Formula1 sta in piedi non solo per i soldi ma anche per i simboli". Ma Ecclestone sembra vederla diversamente, e lo ha dimostrato eliminando quest'anno dal calendario un altro storico circuito, quello tedesco di Hockenheim.

Una corsa che con "Monza, Spa, Silverstone e Monaco rappresenta l'essenza della Formula1", per dirla con il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene, secondo cui "se perdi le radici perdi te stesso. Ma - ha voluto precisare - negoziare con Bernie non è compito della Ferrari". La trattativa è nel vivo, e difficilmente nel fine settimana arriverà una svolta. "Il fatto è che noi abbiamo qualcosa da vendere, devono decidere se sono interessati a comprarlo" ha sintetizzato il patron della Formula1, 85 anni a ottobre, che ieri - creando non poca sorpresa nel paddock - è intervenuto con un comunicato per confermare la fiducia a Pirelli dopo il caso dei guasti delle gomme a Spa (a Monza, secondo rumors, avrebbe anche incontrato i principali piloti esortandoli ad affrontare il tema nelle sedi opportune) e oggi non ha dato altrettante certezze al circuito brianzolo. Anzi, ha lasciato intendere che il rinnovo del contratto è improbabile. "Al momento direi di sì - ha spiegato ad Autosport - sulla base del fatto che non vogliono pagare. Il prezzo che chiediamo è lo stesso che pagano gli altri organizzatori europei, non dovrebbe essere un dramma ma non sono in grado di chiudere, probabilmente per molte ragioni". Il prezzo è circa 25 milioni di euro all'anno.

E, anche se domenica oltre a Renzi ci saranno l'ad di Fca Sergio Marchionne e il presidente del Coni Giovanni Malagò a rinforzare il fronte pro-Monza, sarà dura convincere Ecclestone con altri argomenti. "Lui conosce una sola leva, quella economica - ha ammesso Angelo Sticchi Damiani, il presidente dell'Aci che con Sias gestisce l'autodromo -. E' un uomo pratico, ha la responsabilità di portare avanti il Circus, che costa molto, e deve raggiungere certi obiettivi. Quindi vuole arrivare a quella cifra che ha in testa". Luca Cordero di Montezemolo, uno che quando era presidente della Ferrari ha sperimentato gli spigoli di Ecclestone, si esprime fra ottimismo e realismo: "nella maniera più assoluta" quello del 2016 può essere l'ultimo Gp di Monza, "ma Monza deve rendersi conto che deve fare quello che è necessario. Vedrete che non ci saranno problemi".

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