PECHINO. Penultima giornata dei Mondiali di Pechino, ma la star è sempre Usain Bolt. Con al collo già gli ori di 100 e 200 metri, all'uomo più veloce del pianeta oggi spetta l'onore di condottiero della 4x100 giamaicana. Prima di arrivare a lui, il testimone viaggia nelle mani dei compagni Nesta Carter, Asafa Powell e Nickel Ashmeade, ma è la sua quarta frazione a fare nettamente la differenza. Come il fulmine che solo lui sa essere, riacciuffa e surclassa gli Stati Uniti di Bromell, Gatlin, Gay e Rodgers. Non c'è storia: Giamaica 37.36 e USA 37.77. Passano pochi minuti e una squalifica per cambio fuori settore (tra Gay e Rodgers) butta giù dal podio il quartetto a stelle e strisce. Promossa all'argento, nel delirio del Bird's Nest, è la Cina (38.01); terzo il Canada (38.13). Per Bolt, tra Olimpiadi e Mondiali è la quinta tripletta 100-200-4x100, l'undicesimo oro iridato e la 13/a medaglia.. Non è da meno la connazionale Shelly-Ann Fraser-Pryce che aggiunge un altro metallo pregiato ad un palmares senza precedenti nella storia della velocità femminile (2 ori olimpici e 7 mondiali). È proprio lei, infatti, l'interprete della quarta frazione della 4x100 giamaicana (dopo Campbell-Brown, Morrison e Thompson), ovvero la donna che chiude l'anello in 41.07. Record dei Campionati e trionfo sugli States di Gardner, Felix, Prandini e Todd (41.68). Terzo posto per Trinidad. Ma ad entusiasmare il Nido d'Uccello provvede anche il Re del Decathlon Ashton Eaton, che migliora il primato del mondo portandolo a 9.045 punti e incassa quindi anche il bonus di centomila dollari destinati a chi realizza nuovi record assoluti, impresa che a Pechino 2015 finora è riuscita soltanto a lui. Eaton era già in possesso del primato, da oltre tre anni: 9039 punti il 23 giugno 2012 ai Trials di Eugene. Dopo una straordinaria prima giornata conclusa a 4703 punti con tanto di 45.00 nei 400 metri, il 32enne statunitense aveva già fatto chiaramente capire quali fossero le sue vere ambizioni: qui la sua non era una «semplice» caccia all'oro. Ed oggi non si è smentito guadagnando 4342 punti nelle restanti cinque fatiche: 13.69 nei 110hs, 43,34 nel disco, 5,20 nell'asta, 63,63 nel giavellotto e un ostinato 4:17.52 nei 1500. Un bottino eccezionale, che lo conduce nuovamente al di là delle mura della «Città Proibita» dei 9000 punti e gli fa mettere le mani sul secondo titolo iridato della sua carriera seguito dal canadese Warner (8695) e dal tedesco Freimuth (8561). Ma c'è anche chi realizza la quinta doppietta in carriera, la terza in una rassegna globale, la 12/a medaglia d'oro Europei compresi. A Pechino come a Londra, Mosca, Zurigo e Barcellona è sempre Mo Farah. Anche sui 5000 metri, che lo vedono infiammare il pubblico del Bird's Nest come solo Usain Bolt è in grado di fare. Gara tattica e inutile la fuga all'ultimo giro del keniano Ndiku che sul rettilineo finale deve arrendersi al britannico nel momento in cui decide di mettere la freccia e il turbo. Vince in 13:50.38, Ndiku stremato si tiene l'argento (13:51.75) davanti all'etiope Gebrhiwet (13:51.86).