PECHINO. Più forte dei cambiamenti, del pessimo campo, della regia cinese e di una Lazio che non molla per un'ora. La Juventus riparte da quell'antica abitudine di vincere, dal double dello scorso anno e cancellando in parte l'amarezza della finale di Champions League persa con il BarUa. La settima Supercoppa dei bianconeri porta poi le firme di due dei nuovi acquisti, Mandzukic e Dybala. Autori del 2-0 con cui Allegri batte Pioli allo Shanghai Stadium, la dimostrazione che il progetto bianconero si presta tanto facilmente alle critiche, quanto riesce sempre a sorprendere con i fatti quando si inizia a fare sul serio. Il tutto dopo una gara bruttina, soprattutto nel primo tempo, dominata dai tatticismi e da tutto il resto. Rispetto alla vigilia il primo cambio che risalta agli occhi è, indisponibile Morata, Coman (e non Dybala) in attacco a dar man forte a Mandzukic. Allegri punta sul 3-5-2 con Marchisio in regia e terzetto di difensori composto da Barzagli, Bonucci e Caceres. Dall'altra parte, archiviati almeno per 90' i dubbi sul suo futuro, Lucas Biglia riparte in regia con la fascia di capitano. Al suo fianco Onazi e Cataldi, quest'ultimo impegnato a soffocare in marcatura le iniziative di Marchsio. Per Pioli comunque un 4-3-3 con Klose prima punta e Anderson e Candreva a cambiarsi spesso di fascia. Il caldo, l'afa e il vento non aiutano lo spettacolo. A Shanghai sembra di giocare su un campo di patate che non facilita le giocate dei più tecnici. Esempio? Un cross di Lichtsteiner che diventa un passaggio per Marchetti. In più, aggiungiamo la pessima regia della Uvs cinese (la stessa che ha negato alla Lega Serie A di metter mano al campo), che irrita addirittura la Rai, la quale non manca di ricordare ai suoi telespettatori di non avere responsabilità per il pessimo servizio. Insomma, lo spettacolo (comico però) è più la cornice che non la partita, almeno nel primo tempo. Che vola via con un solo tiro in porta di Lichtsteiner e un paio di sortite in avanti dei biancocelesti nei primi 10'. Poi la Juve prende le contromisure e la gara si appiattisce. Meglio, molto meglio la ripresa. Che si apre con un contropiede condotto da Cataldi e provato a finalizzare da Candreva, soffocato alla fine dall'intervento decisivo di Evra. Poco dopo (3') doppio sussulto di Pogba. Il francese prima lancia Mandzukic in porta ma il croato a tu per tu con Marchetti si fa ipnotizzare. Poi prova la botta da fuori con un destro ad effetto che sfiora il palo prima di spegnersi fuori. A quel punto Allegri decide di cambiare in avanti: dentro Dybala e fuori Coman. La Juve alza il ritmo e per la Lazio non ce n'è più. Al 24' cross da destra di Sturaro, spunta la testa di Mandzukic e stavolta l'ex Atletico Madrid indovina l'angolo giusto per il vantaggio bianconero. La Lazio non reagisce, anche perchè in neanche 5' la Juve raddoppia: assolo di Pogba da sinistra che manda in tilt mezza difesa laziale, la pala finisce a Dybala che con una gran botta gela ancora Marchetti. Gara congelata, non bastano a Pioli gli ingressi di Djordjevic e poi dei nuovi Morrison e Kishna. La Supercoppa è della Juve, Allegri riparte da dove aveva terminato.