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"No, grazie": Ancelotti rifiuta il Milan

L'annuncio ufficiale è stato dato direttamente dalla società rossonera

Carlo Ancelotti

MILANO. Carlo Ancelotti non sarà il prossimo allenatore del Milan. Nel caos che avvolge da tempo il destino della panchina rossonera si concretizza la prima certezza, che complica i piani di Silvio Berlusconi, costretto ora a scegliere fra una lista di alternative in cui Mihajlovic ed Emery sembrano i più quotati, e non si possono ancora escludere Montella, Brocchi e Donadoni. Nella mente di Ancelotti hanno prevalso i dubbi e il desiderio di prendersi un anno sabbatico, manifestati settimana scorsa a Galliani, in pressing per cinque giorni a Madrid per convincerlo a tornare in rossonero. L'ad rossonero è rientrato a Milano con un «50%» di chance di chiudere positivamente la missione. Ma l'esito negativo era il più prevedibile, nonostante le sicurezze sbandierate da Berlusconi nelle sue dichiarazioni pubbliche alla vigilia delle elezioni Regionali di domenica scorsa. L'unica sorpresa è la tempistica dell'annuncio, arrivato con un giorno d'anticipo, da parte di Ancelotti, che domani si sottoporrà in Canada a un piccolo intervento alla cervicale.

«Carlo Ancelotti ha comunicato al Milan che non potrà essere lui l'allenatore della prima squadra rossonera nella prossima stagione agonistica», ha ufficializzato il club rossonero in serata. Subito dopo è arrivata su Twitter la conferma dello stesso Ancelotti: «Ringrazio il Milan per l'interesse. È difficile dire di no a un club a cui voglio tanto bene. Devo riposare. Vi auguro il meglio».  Ora Berlusconi e Galliani devono stringere i tempi e contano di nominare il successore di Filippo Inzaghi (ancora formalmente titolare della panchina fino al 2016) entro lunedì prossimo. Non è esclusa un'accelerazione nelle prossime ore. In questa situazione di incertezza, Mihajlovic è da più parti considerato in pole, piace a Berlusconi e Galliani da diverso tempo per il suo temperamento e si è già liberato dalla Sampdoria. Ha un curriculum più prestigioso Emery, che già l'anno scorso è stato a un passo dal Milan e ora, dopo aver vinto la seconda Europa League di fila, è indeciso se continuare al Siviglia o accettare la proposta del Napoli. Al Milan dovrebbe accontentarsi di campionato e coppa Italia, almeno per il primo anno. Fra le opzioni resta anche Montella, legato alla Fiorentina da un contratto con clausola rescissoria e ancora indeciso sul proprio futuro.

La soluzione logisticamente più semplice per il club rossonero è Brocchi, ma porta con sè il rischio di bruciare il terzo esordiente di fila. Mentre per il momento è stata accantonata l'idea Conte («Porterà a termine la sua avventura in azzurro», ha assicurato il team manager della Nazionale Gabriele Oriali) ora alla lista va aggiunto anche Donadoni: l'allenatore, che ha appena archiviato con dignità e professionalità la difficilissima stagione del Parma fallito e retrocesso, sembra non dispiacere a Berlusconi, e consentirebbe di mantenere il trend del Milan ai milanisti. Secondo alcune ricostruzioni lo stesso Ancelotti avrebbe fatto il suo nome a Galliani durante i lunghi colloqui di Madrid in cui ha espresso le proprie perplessità sul ritorno in rossonero. Scelto l'allenatore, in casa Milan partiranno le operazioni di mercato. Per ora è solo una suggestione il ritorno di Ibrahimovic. «Ha un contratto, resta con noi», ha chiarito il presidente del Psg, Al Khelaifi. L'estate è lunga, tutto può succedere, anche che il Milan pensi a Dani Alves, trentaduenne brasiliano con ingaggio pesante, che sarà svincolato dal Barcellona dopo la finale di Champions. Intanto fra i tanti milanisti in partenza ha già trovato (visite mediche permettendo) sistemazione Essien, al Panathinaikos.

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