ROMA. «L'ufficializzazione della candidatura di Roma 2024 è stato un momento significativo, felice, che ha dato molto entusiasmo al mondo sportivo. Roma, con tutte le contraddizioni, la sua storia, con la credibilità e al tempo stesso gli scandali, le vicende degli ultimi tempi, nel bene e nel male, rappresenta una grandissima forma di appeal». Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un'intervista a Sky sport.
«La santa messa degli sportivi, celebrata in San Pietro dal cardinale Ravasi, e la venuta del Santo Padre in mezzo a 11 mila sportivi, è stato forse il momento più emozionante di questo mio mandato - aggiunge -. Nel 2014 ci sono state tante luci e molte, troppe ombre, con discipline che si sono distinte e altre che non sono riuscite a emergere. Noi abbiamo sempre la cultura di portare avanti tutto il fronte sportivo; vedremo, dopo le Olimpiadi di Rio, se questo modello è ancora giusto». «Il Coni - sottolinea Malagò - con la scuola non dovrebbe entrarci, invece la faccia io ce l'ho messa: abbiamo investito nel progetto 'bridgè, un ponte che si chiama sport di classe. Se a Mennea non lo avesse scoperto il professor Mascolo, non so se sarebbe mai diventato Mennea».
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