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Serie A, il Chievo spegne la Juve

I bianconeri, apparsi molto stanchi, non vanno oltre l'1 a 1 contro i veneti. La squadra di Conte è ora a tre punti dal Milan, ma con una partita in meno

TORINO. La Juve si inchina alla superiorità del Milan: debordanti i rossoneri a Palermo, balbettante la risposta bianconera con il Chievo, cui il pari sta addirittura stretto. Adesso i punti di distacco sono tre e l'ultima speranza si chiama Bologna, nel recupero di mercoledì.  L'impressione generale è che se il Diavolo dovesse prendere il largo, ben difficilmente la squadra di Conte potrebbe reggere il passo, perchè ha  un tasso tecnico nettamente inferiore (lo si è visto anche stasera) e sta attraversando un periodo di involuzione fisica e di gioco.


Nonostante la pessima serata di qualche uomo che dovrebbe fare la differenza (Vucinic e Marchisio su tutti), la Signora era però riuscita ad andare in vantaggio al 18' con una zuccata di De Ceglie (peraltro in probabile fuorigioco), ma ha ben presto smarrito lucidità, compattezza tattica e soprattutto ha mostrato un evidente calo atletico. Così quando Padoin ha fallito al 38' il raddoppio (Sorrentino ci ha messo  però molto del suo), si è capito che la serata bianconera, cominciata con un 4-4-2, sarebbe proseguita in grande sofferenza. A inizio ripresa, quando il Chievo, che nel frattempo aveva rafforzato le batterie avanzate con due punte, sembrava pian piano diventare padrone del campo, su una ripartenza la squadra di Conte ha avuto il terzo match ball, ma l'ha fallito sempre con Padoin, da posizione più facile della precedente.


E qui è iniziato un film già visto troppe volte a Torino: la Juve si è disunita e l'avversario ha preso coraggio, pareggiando alla mezzora, complice anche un pizzico di fortuna, perchè il tiro di Dramè era finito sulla scarpa di Bonucci, che però ha allungato la palla in porta. Però i veronesi si erano già resi pericolosi due volte e tre minuti dopo il pari Moscardelli ha inzuccato mettendo i brividi a Buffon. Nell'affannoso assalto finale, tanta confusione e un gran tiro
di Pirlo che Sorrentino ha tolto dalla porta. Prima del pari ospite, l'arbitro, che aveva già sbagliato sul gol bianconero, ha fatto ancora peggio non espellendo Dramè per doppia ammonizione dopo un fallo evidente sotto i suoi occhi.


Troppo poco però come alibi per una Juventus che da un mese non è più se stessa, che mostra ancora limiti evidenti in fase conclusiva e non vive più degli inserimenti decisivi di Marchisio, incomprensibilmente sparito da alcune settimane. Vucinic la grande delusione della serata: doveva fare la differenza in partite come questa e in effetti l'ha fatta, in negativo, sempre anticipato, mai ficcante e determinato soprattutto in area. Poi, tanta modestia tecnica in altri
attori, che comunque almeno hanno sputato i polmoni, da Giaccherini a De Ceglie, a Padoin. Di pareggite si può anche morire e la Juventus, pur restando ancora imbattuta, sta cominciando a rendersene conto.

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