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Conte: sognare non è vietato

Il tecnico della Juve, vittoriosa sul Milan: “Non siamo ancora grandi, ma il percorso è quello giusto”

TORINO. "Non siamo ancora grandi, rimaniamo tra gli studenti che hanno intrapreso il percorso giusto". La Juve abbatte il Milan con una doppietta di Marchisio, vola in testa alla classifica ma Antonio Conte spegne i facili entusiasmi. "Tutti avevamo bisogno di una serata così - spiega il tecnico bianconero - ma dobbiamo farci scivolare gli elogi. Abbiamo vinto non deve cambiare nulla perché la strada è lunga. I tifosi hanno avute troppe illusioni in questi anni, non faccio promesse, ma per obiettivi più alti sognare non è vietato. Bisogna attendere almeno il girone per avere un quadro completo, siamo ancora alla quinta giornata. Se avessimo perso sarebbe stato un massacro...".  
I bianconeri hanno dominato per novanta minuti, ora sono a +6 sul Milan e +7 sull'Inter. "Meritavamo il gol molto prima, nell'intervallo non ho dovuto dire nulla alla squadra perché aveva già fatto massimo - analizza Conte -, sapevamo che con Ibrahimovic, Cassano, il Milan da un momento all'altro avrebbe potuto tirare fuori qualcosa e sarebbe stata una beffa. I ragazzi hanno fatto una grande prestazione sotto tutti i punti di vista, intensi, corti, aggressivi. Con voglia, determinazione sacrificio. La cosa più bella che ho visto stasera è il pensare sempre da squadra. Per vincere queste gare dobbiamo giocare da squadra, mettere il talento al servizio della squadra. Abbiamo tanti bravi giocatori, che dobbiamo far diventare campioni".     
La Juve di Conte come quella di Lippi e Capello? Gigi Buffon frena: "Questa Juve è in procinto di diventare, mi auguro, una squadra di valore. Quelle di Lippi e Capello erano squadre che tutti sapevano che si sarebbe giocata lo scudetto. La differenza é sostanziale; ci accomuna lo spirito e la forza fisica e morale che mettiamo in campo, giocando una volta alla settimana ci agevola". "Assolutamente non ci sentiamo i più forti - prosegue il numero uno juventino -, possiamo ambire anche a traguardi prestigiosi, se manteniamo certe caratteristiche. La Juve di una volta poteva entrare in campo magari non concentrata e non motivata al massimo, noi non possiamo permettercelo, commetteremmo un grosso errore. Nel giro di questa stagione dobbiamo diventare di nuovo una squadra rispettata e importante. Siamo primi? Si, ma il problema è che mancano 33 giornate...". Stessi concetti riassunti da Mirko Vucinic: "Siamo tutti consapevoli della nostra forza, ma è importante continuare così. Siamo lassù ed è molto più facile cadere". Uomo del match, Claudio Marchisio, alla prima doppietta in carriera. "Sono felicissimo, non abbiamo abbassato mai il ritmo,- racconta il centrocampista bianconero - ci abbiamo creduto fino alla fine, l'ho fatto io sui due gol, in particolare sul primo in cui la palla era un po' lunga, come ci crede tutta la squadra dall'inizio del campionato a questo scudetto".    
Massimiliano Allegri è lo specchio della delusione. "Non siamo stati all'altezza della situazione, abbiamo giocato la peggiore partita dell'anno - attacca l'allenatore del Milan -. A Napoli avevamo perso pur giocando bene, stasera no. Avevamo impostato la partita sul possesso palla, non ci siamo riusciti e grandi meriti vanno alla Juve che ci ha messo in crisi sul ritmo e sulla pressione". Allegri aggiunge: "Giocando sempre con gli stessi uomini, ci sta avere un po' di fatica. Cosa mi è piaciuto? E' difficile dirlo, abbiamo sbagliato molto in fase difensiva e offensiva, con un po' di fortuna avremmo potuto portare a casa il risultato, a volte si riesce, altre, come stasera, no, pagando a tre minuti dalla fine". L'allenatore campione d'Italia spegne però gli allarmismi: "Non c'é nulla di preoccupante - spiega - Questa gara ci deve insegnare che per vincere bisogna giocare ad alti ritmi. Ma nonostante tutto la squadra sta facendo bene, in campionato e in coppa". Alessandro Nesta ha riportato una distorsione al ginocchio destro: martedì verranno valutate le sue condizioni.  

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