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L’Italia punta a sviluppare le energie rinnovabili

Il ministero ha annunciato un piano per produrre 70 GW in 7 anni. La necessità di svincolarsi dalle forniture di gas

L’Italia punta forte sulle energie rinnovabili in modo da sottrarsi alla sua dipendenza dal gas. La crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina ha tenuto banco al G7 su clima ed energia di Sapporo. E ha complicato il confronto fra i ministri dell’Ambiente chiamati a definire linee guida e obiettivi di riduzione delle emissioni mentre si fanno i conti con l’urgenza di affrancarsi dalla ‘dipendenza energetica’ dalla Russia e con realtà ‘difficili’ come Cina e Paesi Emergenti.

Al summit ha partecipato per l’Italia il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. «L’Italia in questi anni - dice - ha investito molto sull’efficienza energetica, che è il primo tra i combustibili, che consente al contempo decarbonizzazione, risparmio e crescita». Ed ha annunciato l’impegno italiano a «installare oltre 70 GW di rinnovabili nei prossimi 7 anni».

Il nodo della decarbonizzazione è stato sul tavolo del summit. Dagli accordi emerge in primis la necessità di difendere la credibilità degli impegni chiave sui combustibili fossili. Una prima intesa punta proprio ad accelerare l’eliminazione graduale dei combustibili fossili non smaltiti, ad aumentare l’elettricità da fonti rinnovabili, e a ridurre il consumo di gas. Resta invece ancora aperto il confronto sulla tempistica per uscire dal carbone, anche se viene enfatizzata l’«urgenza» di ridurre le emissioni globali del 60% entro il 2035 come raccomandato dalle Nazioni Unite e si esorta le nazioni ad agire «in questo decennio critico» sollecitando un picco delle emissioni globali di gas serra al più tardi entro il 2025. Un messaggio che per gli esperti è indirizzato alla Cina. 

Dice il ministro: «È emerso un forte impegno a valutazioni concrete su obiettivi finali per la decarbonizzazione, la parte sul clima, sull’elettrico, sulle tappe da fare». L’attenzione è puntata soprattutto sulla sicurezza energetica, per affrancare i grandi Paesi industrializzati dalla dipendenza del gas russo. «Il problema della sicurezza energetica ha condizionato in parte le azioni a breve termine, diventa oggi un obiettivo ancora più importante - evidenzia Pichetto - occorre immaginare un’accelerazione della transizione energetica verso un futuro di decarbonizzazione entro il 2050, sulla base di un approccio tecnologicamente neutrale». Anche per la commissaria Ue all’Energia Kadri Simson «non si può tornare indietro dalla diversificazione delle esportazioni energetiche russe».

  «Aumenteremo l’elettricità generata da energie rinnovabili», hanno affermato i membri in un comunicato, impegnandosi ad incrementare la capacità eolica offshore di 150 gigawatt entro il 2030 e la capacità solare a più di 1 terawatt. 

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