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Telefono Azzurro: il 68% dei ragazzi fornisce dati online e subisce insulti

Il 68% dei ragazzi ha fornito nome e cognome sui social e, di questi, il 79% anche età, indirizzo mail, scuola frequentata. A quasi metà di loro è capitato di essere preso in giro da qualcuno negli ultimi mesi. Sono alcuni dei dati che emergono da una ricerca di Telefono Azzurro, realizzata in collaborazione con DoxaKids, condotta a luglio su un campione di 800 giovani tra i 12 e i 18 anni, e presentata oggi all’Istituto Tecnico statale per il turismo «Cristoforo Colombo» di Roma al convegno «Cittadinanza Digitale: più consapevoli, più sicuri, più liberi», progetto formativo realizzato da Telefono Azzurro con il supporto di Google.org. Ed è stata ribadita l’importanza di «Azzurro Academy», la piattaforma gratuita di e-learning appena rinnovata rivolta a bambini e adolescenti, genitori e insegnanti.

Il 20% dei ragazzi si informa guardano video

Il 20% dei ragazzi tra i 12 e i 18 anni guarda video online per informarsi e studiare e il 4% legge giornali online. La pandemia ha aumentato il tempo trascorso online e i conseguenti pericoli: dal primo lockdown a oggi è aumentata la probabilità di incorrere in rischi sul web (il 35% molto d’accordo, il 17% lo è moltissimo), dal momento che viene passato troppo tempo sui social/videogames.

Poca conoscenza del mondo digitale

«Viviamo immersi nel mondo digitale - ha sottolineato il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo - spesso senza gli strumenti per affrontarlo. Il digitale richiede competenze che devono essere acquisite a scuola e in famiglia. Ieri il ministro Colao ha citato il nostro progetto come uno dei migliori sul tema della formazione digitale e questo ci fa davvero piacere». Barbara Floridia, sottosegretaria all’Istruzione, in un videomessaggio ha sottolineato che «bisogna approfondire, formare e informare non solo gli studenti ma anche docenti e cittadinanza. Per questo nell’educazione civica abbiamo inserito un focus sulla cittadinanza digitale». Il tema della privacy è stato approfondito da Guido Scorza, membro dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali: «La privacy dovrebbe essere al primo posto tra i diritti che andrebbero rispettati mentre negli ultimi due anni è stata rappresentata come un ostacolo o intoppo burocratico, come ha detto qualche politico. Spesso poi molti genitori pubblicano foto dei figli: non voglio esprimere giudizi ma ci sono o possono esserci conseguenze: il Dipartimento cybersecurity australiano ha fatto verifiche su un database pedopornografico e ha visto che il 50% delle foto è stata postata online dai genitori».

Il controllo dell'età è un tema aperto

Il tema del controllo dell’età è fondamentale, anche perché i rischi, con riflessi anche sulla vita «reale» sono dietro ogni angolo. A quasi la metà del campione è capitato di essere preso in giro da qualcuno; a più di 4 ragazzi/e su 10 di ricevere insulti e il 31% ha insultato qualcuno online. Il contrasto all’odio e al bullismo è una delle priorità di Google.org, come spiegato da Martina Colasante, government affairs and public policy manager dell’azienda: «Sosteniamo tante iniziative no profit di educazione e con il progetto di cittadinanza digitale vogliamo aiutare soprattutto i ragazzi, a trarre il meglio della tecnologia senza cadere nei rischi che fanno parte della rete».

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