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Il gesto di Chiara Ferragni dopo la malattia della figlia, cos'è il virus sinciziale

Chiara Ferragni

Chiara Ferragni  ha vissuto dei bruttissimi momenti nelle scorse settimane. La figlia Vittoria è stata ricoverata per qualche giorno all’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano,  a causa  del virus sinciziale.

Adesso la più nota influencer italiana nelle sue stories da Instagram ha fatto sapere che vuole utilizzare i proventi della vendita dei suoi prodotti per regalare alla struttura sanitaria una nuova e indispensabile incubatrice: «In questo video vedete – ha scritto nel post - Gianluca Lista, direttore della Tin e neonatologia dell’ospedale Bambini Buzzi di Milano che mostra l’incubatrice che verrà comprata con i ricavi dei vostri acquisti sul mio profilo Wallapop. Loro ne possiedono già due, con il nostro contributo ne potranno comprare una terza».

Ma cos'è il virus sinciziale, che sta davvero facendo preoccupare moltissimi genitori italiani? Si tratta di un virus che  se contratto nei primi mesi di vita del bambino provoca forme di bronchiolite gravi, con manifestazioni cliniche nelle basse vie respiratorie, mentre nei bambini più grandi e negli adulti si risolve con sintomi lievi, come rinofaringite, febbre o tosse. Ma i neonati, però, sono spesso protetti dagli anticorpi materni che si ‘trasmettono’ attraverso la placenta.

Questa volta però non è stato così, fanno notare gli esperti, dato che  l’epidemia che solitamente arriva a dicembre-gennaio è scoppiata con 2 mesi di anticipo. Questo perché per un anno e mezzo il virus non ha circolato grazie alle misure anti-Covid (lavaggio delle mani, mascherine e distanziamento sociale).

Ma non appena queste misure sono state allentate, i fratellini più grandi sono tornati all’asilo o a scuola, e con una popolazione senza anticorpi il virus ha cominciato a circolare, subito e in anticipo rispetto al solito, e sta dando forme gravi nei piccolissimi”.

Non esista un vaccino specifico contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv – Respiratory syncytial virus), ma ci sono tre sperimentazioni in fase III di vaccini per le mamme e terapie con anticorpi monoclonali, indicati però solo per bimbi prematuri e particolamente fragili, quali i cardiopatici. In attesa dei vaccini materni, dunque, l’arma principale resta la prevenzione che consiste nelle misure di precauzione quali il lavaggio delle mani, le mascherine, il monouso dei fazzoletti da buttare sempre nella spazzatura, il distanziamento nel caso di un fratellino più grande malato e il non mandare a scuola i bambini prima che siano guariti, perché rappresentano fonte di contagio.

Ma cosa rischiano i bebè, soprattutto quelli che finiscono in terapia intensiva? Per fortuna il rischio di morte, a differenza che nei Paesi in via di sviluppo, è molto basso, ma il virus può lasciare danni permanenti, a partire dallo sviluppo di asma da grandi, che si verifica nel 50% dei casi.

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