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Obesity Day, durante la pandemia il 46% degli italiani è aumentato di peso

Il 46% degli italiani è aumentato di peso a causa del Covid, tra lo smart working, le restrizioni agli spostamenti e la maggiore tendenza a dedicarsi alla cucina. E’ quanto emerge da una analisi di Coldiretti su dati Istat, diffusa in occasione dell’Obesity Day 2021 promosso da oltre dieci anni dall’ADI il 10 ottobre di ogni anno. Uno stile di vita equilibrato e una corretta alimentazione: è questa la ricetta per una vita sana e per evitare malattie diventate piaghe sociale come nel caso dell'obesità.

La tendenza a mangiare di più durante la pandemia

La pandemia ha imposto un cambiamento radicale delle abitudini di vita e di consumo – sottolinea Coldiretti – che ha avuto effetto anche sulla bilancia, dove la tendenza a mangiare di più, spinta dal maggior tempo trascorso fra le mura di casa, non è stata compensata da una adeguata attività fisica. Un fenomeno che ha colpito soprattutto gli uomini – sottolinea la Coldiretti – dove l’eccesso di peso interessa addirittura più della metà della popolazione (55%) mentre per le donne la percentuale è di molto inferiore (37%). A livello territoriale la situazione peggiore si registra nelle regioni del Mezzogiorno (50% in sovrappeso) mentre al Nord si ferma al 43% e al Centro al 42%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat. Una tendenza legata al fatto che 1 persona su 4 durante la pandemia ha dichiarato di aver mangiato maggiori quantità di cibo rispetto a prima, ma se si considerano i più giovani la percentuale sale al 40%. I lockdown e le misure di prevenzione con la chiusura a più riprese delle scuole in un anno e oltre di Covid – sottolinea Coldiretti – hanno impattato pesantemente sulla salute dei minori ancor più che sugli adulti, che tra le esigenze lavorative e la possibilità di fare attività fisica almeno individuale, sono riusciti ad assorbire meglio i problemi causati dalla permanenza forzata tra le mura domestiche.

La corretta educazione alimentare per gli adolescenti

Al contrario, bambini e adolescenti hanno subito tutti gli effetti negativi del blocco degli spostamenti – evidenzia Coldiretti -, con il risultato di aver consumato un pasto in più, spesso a base di cibi spazzatura e bibite gassate, ridotto il consumo di frutta e verdura, incrementato di ben 5 ore il tempo passato davanti allo schermo tra televisione, internet, videogiochi e didattica a distanza, secondo uno studio dell’Università di Buffalo in collaborazione con l’Università di Verona. Ridotta anche l’attività fisica, soprattutto per i minori che vivono nei grandi centri urbani e che nella maggior parte dei casi non hanno avuto a disposizione lo “sfogo” di un giardino o uno spazio verde. Proprio per aiutare i piccoli italiani a mangiare meglio e a prevenire patologie nell’età dello sviluppo ma anche in quella successiva Coldiretti è scesa in campo con la prima festa dell’educazione alimentare lo scorso 11 giugno a Castelporziano con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’evento, che sarà ripetuto ogni anno, rientra nel progetto di “Educazione alla Campagna Amica” che con la riapertura delle scuole coinvolgerà mezzo milione di bambini delle scuole elementari e medie in tutta Italia con lezioni in programma nelle fattorie didattiche e nei laboratori del gusto organizzati nelle aziende agricole e in classe.

Creare una crescita qualitativa nell’alimentazione

"L’obiettivo – conclude la Coldiretti – è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea, ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con i cibi consumati ogni giorno e fermare il consumo del cibo spazzatura, aggravato dal Covid. “Occorre creare le condizioni per una crescita qualitativa nell’alimentazione dei nostri figli che sono stati forse le vittime principali dei problemi causati dalla pandemia” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “da questo punto vista il tema dell’educazione alimentare delle nuove generazione diventa cruciale con la necessità di qualificare anche l’offerta delle mense scolastiche con cibi locali a km 0 che valorizzano le realtà produttive nazionali e garantiscono genuinità e freschezza”.

Il parere del medico specialista

"In questi mesi stiamo assistendo ad un incremento dei casi di sovrappeso/obesità ma anche di disturbi del comportamento alimentare come anoressia, bulimia o bing eating disorder, sicuramente conseguenza degli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi due anni. Bisogna però tenere presente che abbiamo molte armi per risolvere il problema, e non serve assolutamente ritagliarsi una vita da asceta senza amici, pizze o gelati", spiega Lucio Catalano, medico specialista in Scienza dell'Alimentazione.

Come smaltire i chilogrammi in eccesso

"Se i kg in eccesso sono pochi, per perderli possono bastare pochi accorgimenti: Cercare di mangiare tutti i giorni cibi freschi preparati in casa (molto spesso nei cibi industriali o preparati fuori si tende ad eccedere con i grassi), Non esagerare con i grassi da condimento quando si cucina (l’olio d’oliva fa bene ma nella giusta misura); Ridurre un po’ i carboidrati la sera ma evitare di cadere nel tranello delle diete senza farinacei che anzi sono controproducenti, poiché alla lunga rallentano il metabolismo; Fare esercizio fisico più intenso un paio di volte a settimana e cercare di camminare tutti i giorni; Cercare di limitare i pranzi/cene fuori a un paio a settimana. Nei casi più complessi, ovvero dove è già presente una situazione di obesità o sono presenti altre patologie, sicuramente sarà meglio rivolgersi ad un professionista qualificato".

La dieta non deve essere nè magica nè punitiva

Infine se ci si rende conto che il cibo è diventato una vera fonte di stress, perché si tende a mangiare troppo o troppo poco e questa situazione crea un disagio persistente, allora sarà meglio rivolgersi a centri specializzati dove medici, nutrizionisti e psicologi lavorano in equipe in modo da creare una vera e propria “rete di sicurezza” che può aiutare a uscire dal problema. In ogni caso è importante ricordare che, una dieta seria non deve mai essere “magica” o “punitiva”: diffidare sempre quando vengono proposti piani alimentari con cibi troppo esotici, orari strani dei pasti o restrizioni esagerate, che prevedono di pesare ogni cibo con precisione da farmacista e che non hanno nulla di scientifico", conclude Catalano.

 

 

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