In piena pandemia Covid, per fronteggiare l'emergenza ma nello stesso tempo consentire agli studenti il rientro in classe in sicurezza, lo Stato ha deciso di fornire a tutti i ragazzi le mascherine usa e getta. Dall'inizio dell'anno scolastico, infatti, sono stati distribuiti settimanalmente pacchi di dispositivi di protezione che, però, spesso sono finiti e continuano a finire negli armadi di casa e non sui visi degli studenti. Le mascherine in questione sono quelle a fascia, che vanno inserite dalla testa e hanno due elastici sui capelli; da alcuni denominate "museruole", da altri a "mutanda" come ha detto in un video divenuto virale su Facebook, Alex Corlazzoli. Perchè gli studenti non le tollerano? Diverse le motivazioni: perchè sono strette (le misure non sempre sono adeguate), non si riesce a respirare, per chi ha i capelli lunghi sono fastidiose da indossare e, addirittura, per alcuni emanano cattivo odore. Nulla da ridire, invece, sulla sicurezza del dispositivo: sulla confezione da 10 pezzi, che ha il logo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si legge infatti che sono di Tipo IIR ossia “destinate a limitare la trasmissione di agenti infettivi tra pazienti e personale clinico durante gli interventi chirurgici e altri contesti medici con requisiti simili. Il loro principale utilizzo previsto è quello di proteggere il paziente dagli agenti infettivi o essere indossate dai pazienti e da altre persone per ridurre il rischio di diffusione delle infezioni, in particolare in situazioni epidemiche o pandemiche”. E così la protezione civile le consegna alla scuole, i docenti agli alunni e questi ultimi le lasciano a casa preferendo quelle comprate dai genitori, quelle chirurgiche o di stoffa e certificate. Uno spreco di soldi e di fatica. Nei vari mesi, diverse le segnalazioni giunte agli organi preposti ed intanto le scuole continuano a distribuirle: fino a quando le "vecchie forniture" non verranno smaltite, difficilmente agli studenti verranno consegnate le nuove chirurgiche "più comode".