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Antonino Cannavacciuolo si converte al "take away" per i suoi bistrot di lusso

Lo chef stellato Antonino Cannavacciuolo

In tempi di pandemia, perfino la cucina stellata di un grande chef come Antonino Cannavacciuolo sceglie di utilizzare una modalità inedita per raggiungere il pubblico. Così i due Bistrot del popolarissimo chef napoletano (quello di Novara aperto dal 2015 nello stabile del Teatro Coccia, e quello di Torino, varato nel 2019 a due passi dalla chiesa del Gran Madre, sul lungo Po) hanno lanciato in questi giorni il servizio di consegna a domicilio e di «take away». Nel menù ci sono i classici della cucina partenopea, dal mezzo pacchero al ragù al fritto napoletano e quelli targati Piemonte come i ravioli del plin. A Novara il servizio è partito l’8 maggio, mentre a Torino sarà inaugurato domani. Ma come si concilia la cucina di uno chef stellato con questa tipologia di servizio?

"La cucina - dice ad AGI Cinzia Primatesta, moglie e manager dello chef di Vico Equense - non è solo tecnica, creatività, e conoscenza delle materie prime, ma è un pilastro della ristorazione che deve saper leggere ed interpretare le contingenze storiche unitamente ai desideri ed alle aspettative della clientela. Certo i piatti serviti al ristorante non possono essere proposti tal quali per l’asporto oppure il delivery per motivazioni meramente tecniche, di architettura del piatto e di temperature. Dobbiamo creare una linea di piatti ad hoc - così come abbiamo fatto - proposte che possano risultare facilmente leggibili, buone, fresche e naturalmente rispondenti alla nostra tradizione mediterranea».

Così chef Antonino, con gli executive Vincenzo Manicone, 30 anni, a Novara e Nicola Somma, 31 anni, a Torino, entrambi già premiati con una stella Michelin, hanno messo a punto un menù specifico per il consumo a domicilio. Ma i ristoranti del gruppo Cannavacciuolo, sia i Bistrot che il locale «ammiraglia», il Villa Crespi di Orta Sa Giulio nel novarese, si stanno preparando anche alla riapertura con la presenza del pubblico, che sembra ormai imminente, e guardano alle indicazioni che stanno emergendo per quanto riguarda le regole da seguire per la sicurezza sanitaria. «Ci stiamo preparando alla riapertura - spiega Pino Savoia, direttore del Cannavacciuolo Bistrot di Torino - con grande entusiasmo ma anche tanta attenzione e scrupolosità nell’individuare le corrette misure per mettere i nostri ospiti, i clienti e lo staff in massima sicurezza, senza perdere la piacevolezza dell’esperienza al ristorante».

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