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Il corso di laurea per influencer divide il web, ma loro replicano: "Non ci banalizzate"

Cristina Fogazzi, estetista e influencer di successo

In Italia un corso di laurea per influencer, con l'obiettivo di creare una "figura relativamente recente nata dai social network e che svolge il ruolo di ambasciatore di se stesso e dei marchi che rappresenta". Il nuovo corso di laurea ideato da E-Campus è il trend topic del web e per questo motivo ha scatenato la polemica. Se per tanti è una trovata inutile e a dir poco interessante, per i blogger e gli influencer si tratta di una professione a tutti gli effetti che va in qualche modo "regolamentata".

Cristina Fogazzi, estetista e influencer di successo, fondatrice dalla pagina 'Estetista cinica' e nota al pubblico televisivo per la sua partecipazione a "Detto Fatto" in Rai, ha spiegato a Gds.it la sua idea a riguardo: "Gli influencer? Vengono sempre banalizzati, mentre dal punto di vista del marketing hanno una rilevanza importantissima per il brand...cosa che la gente non capisce. Le campagne di influencer marketing convertono e ve lo dice una che fa un brand da anni. Gli influencer servono a comunicare un brand. Rispetto alla fase iniziale di questo fenomeno, credo che oggi possa essere utile sapere come funziona e formarsi in tal senso. Insomma, smettetela di banalizzarci".

Ma chi è l'influencer? È un leader di opinione che trae profitto dal suo lavoro e che per la stragrande maggioranza dei casi viene dal nulla. Una vera e propria professione che esercita una grande attrazione per i suoi follower, ovvero i seguaci che raggiungono numeri spaventosi. Un esempio? Chiara Ferragni, influencer per eccellenza, seguita da 17,5 milioni di persone su Instagram, è l'unica italiana nella classifica mondiale dei più pagati: ogni suo post 12 mila dollari. In cima alla classifica c'è Huda Kattan, esperta di beauty e seguita su Instagram da 25,6 milioni di persone. Dopo solo tre anni dall’apertura del suo blog ha lanciato un marchio di make up ogni post riceve 18 mila dollari.

Eppure, nonostante i numeri, sono tanti coloro che guardano con sdegno alla professione del presente e del futuro. "Andate a studiare" oppure "Ridiamoci su, povera Italia" si legge da questa mattina sui social. "Ho letto su Facebook che per qualcuno questo corso rappresenta 'l'inizio della fine' - scrive sui social Martina Maggiordomo, food blogger palermitana e ideatrice della pagina Ig 'Un pizzico di Sale Rosso' - Il problema non è il corso di laurea, il problema sta nella tipologia di attenzione e di polemica che si è generata da una foto che ha semplicemente attirato l'attenzione di gente superficiale. Se proprio volete fare qualcosa di utile spiegate alle nuove generazioni come distinguere una pubblicità ingannevole da un corso serio, invece di indignarvi con commenti da due lire su Facebook".

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