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Plastica in mare, l'Ispra: la Sicilia è una grande discarica sottomarina

Plastica nel mare

Con i rifiuti abbiamo «toccato il fondo»: più del 70% di quelli marini è depositata nei fondali italiani e il 77% è plastica. Così l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e il Sistema per la protezione dell’Ambiente (Snpa) in base ai principali risultati emerse dal monitoraggio della qualità dei nostri mari.

Il mare di Sicilia, con 786 oggetti rivenuti e un peso complessivo superiore ai 670 kg, è tra le discariche sottomarine più grandi del Paese, seguita dalla Sardegna con 403 oggetti nella totalità delle 99 cale e un peso totale di 86,55kg.

Nelle reti dei pescatori si trovano "più scarti che pesci": sono state infatti raccolte nell’Adriatico 194 tonnellate di rifiuti in 6 anni. Sul tema è in discussione alla Camera, il così detto ddl Salvamare, che in sostanza consente ai pescatori di portare a terra i rifiuti tirati su nel corso della loro normale attività. E’ stata «fondamentale la collaborazione dei pescatori nel monitoraggio dei fondali marini condotta in Adriatico dal 2013 al 2019 - viene spiegato - sono state rinvenute nelle reti di 224 pescherecci coinvolti, in due progetti di ricerca europei Defishgear e Mlrepair, 194 tonnellate i rifiuti incastrati».

E - avverte l’Ispra - «la situazione non migliora salendo in superficie: le quantità di macroplastiche rinvenute raggiungono una densità media che oscilla tra i 2 e i 5 oggetti flottanti per kmq, mentre la densità media delle microplastiche, ossia le particelle più piccole, è compresa tra 93mila e le 204mila microparticelle per kmq». Non va meglio «lungo le spiagge: i litorali nazionali ospitano dai 500 ai 1000 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia».

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