L'overdose di narcisismo e la like-economy che ha fatto emergere figure come gli influencer potrebbe subire un altro colpo. Dopo Instagram, anche Facebook starebbe per sperimentare l'oscuramento dei 'Mi piace' per liberare gli utenti dalla pressione del consenso. Un trend che sta diventando molto comune tra le piattaforme social: anche YouTube da settembre non mostrerà più il numero esatto di utenti dei canali, ma solo un numero approssimato. "In un una società costruita sui like ogni iniziativa che possa limitare la 'dipendenza da popolarità' può essere utile", osserva all'Ansa Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta e presidente della Fondazione Minotauro di Milano.
La novità su Facebook è stata scoperta dalla ricercatrice Jane Manchun Wong, che ha adocchiato sulla versione dell'app per Android "una funzione che permette di nascondere i like". Segno che il test potrebbe diventare pubblico con una semplice attivazione lato server da parte del social network di Mark Zuckerberg. Il sito TechCrunch ha chiesto e ricevuto la conferma dalla società di Menlo Park che sta considerando di avviare il test di oscuramento dei 'mi piace'. Un esperimento che ha già intrapreso Instagram, anche questo scoperto dalla Wong e poi avviato ufficialmente dall'app di proprietà di Zuckerberg in sette paesi: Canada, Brasile, Australia, Nuova Zelanda, Irlanda, Giappone e in Italia da luglio. Il contatore dei 'Mi piace' non è visibile pubblicamente ma può essere visualizzato dall'autore del post.
"Vogliamo aiutare le persone a porre l'attenzione su foto e video condivisi e non su quanti like ricevono", aveva spiegato qualche settimana fa Tara Hopkins, Head of Public Policy EMEA di Instagram, aggiungendo che la piattaforma doveva essere "un luogo dove tutti possano sentirsi liberi di esprimersi". E' molto probabile che il test su Facebook, qualora dovesse diventare ufficiale, avrebbe lo stesso spirito. "La mossa potrebbe anche avere l'effetto di rendere meno evidente il calo di engagement organico che si registra da anni sulla piattaforma - spiega all'ANSA Vincenzo Cosenza, esperto di social media - Cosi come avvenuto per Instagram - aggiunge - l'obiettivo è capire se il coinvolgimento sale o scende in assenza dell'effetto 'bandwagon', cioè la visione dell'apprezzamento già manifestato dagli altri. A ciò si aggiunge anche la volontà di spostare l'attenzione dalle facili interazioni, un meccanismo spesso accusato di stimolare una competizione effimera che può influire negativamente sulla vita degli adolescenti, ad azioni più pensate e di valore, come l'acquisto dei prodotti promossi sui social network".
Ad aggiungere un altro tassello a questo cambiamento di visione dei social, anche YouTube. Da settembre, come riporta il sito Engadget, renderà approssimativo il numero dei follower dei canali seguiti da oltre mille iscritti, per aiutare chi crea i contenuti "a concentrarsi sul racconto della loro storia e ad avere meno pressione sui numeri".
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