A Dogliani, dove è ospite del Festival della tv e dei nuovi media, il direttore generale della Rai, Mario Orfeo, si presenta con il trolley. «Ho la valigia pronta, vedete», scherza alludendo alla battuta di Fiorello che sullo stesso palco, ha parlato di 'periodo trolley per la Raì in vista della scadenza del consiglio di amministrazione a giugno. E sul suo futuro dice: «a novembre parteciperò allo show di Fiorello, mi ha invitato. Quindi per il 2018 sono a posto, poi si vedrà. Sapevo che il mio mandato sarebbe durato un anno».
Scherzi a parte, a Dogliani Orfeo ha qualche annuncio da fare. «È quasi fatta per un Baglioni bis a Sanremo nel 2019. Ho motivo di pensare che sia più di un augurio. Nel consiglio di amministrazione di domani dirò che c'è la sua disponibilità. La squadra? Deciderà lui in quanto direttore artistico. Una cosa alla volta». Non si sbilancia invece sul ritorno di Mara Venier alla guida di Domenica in, «programma che l’anno scorso ha sofferto e sarà rinnovato. Sarà composto da più elementi, ma resterà una parte affidata a Cristina Parodi».
Orfeo, che promette un bilancio in pareggio nel 2018 dopo quello chiuso in utile l’anno scorso, assicura che, durante la lunga campagna elettorale, «non ci sono state pressioni, invasioni di campo. Sarà stata fortuna, o forse perché i politici sapevano che avrebbero invano bussato alla nostra porta o chiamato il nostro cellulare». Ma non nasconde un certo fastidio su alcune dichiarazioni sulla Rai del leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi di Maio, «come la frase sui guanti bianchi. Voglio rassicurarlo, in Rai non ci sono camerieri». Nessuna telefonata o sms ricevuti da Matteo Renzi, con Berlusconi incontri «solo allo stadio quando era presidente del Milan». Salvini «non pervenuto».
Il direttore generale difende la scelta di tenere Fabio Fazio in Rai «perché è un talento e sarebbe stato grave perderlo» ed esprime un certo rammarico per il 'divorziò con Milena Gabanelli ("mi è dispiaciuto molto che sia andata via, a volte domanda e offerta non si incontrano. Noi non abbiamo cacciato nessuno"). E ricorda, tra gli applausi del pubblico, Fabrizio Frizzi, «un grande talento, ha saputo fare tutto: cantare, ballare, presentare e giocare». Con una bacchettata al suo intervistatore Aldo Cazzullo «uno sbaglio parlare di aurea mediocrità di Frizzi». Sulla Rai un invito: «smettiamola con il luogo comune del carrozzone. Non è così da tempo e lo sarà sempre meno».
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