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Festival di Sanremo, Baglioni: "Penso sia stata una pazzia"

SANREMO. Le luci si sono spente e la frenesia di quei giorni ha lasciato spazio alla riflessione. A dieci giorni di distanza dalla finale del Festival di Sanremo, Claudio Baglioni affida a Facebook il bilancio della sua esperienza sul palco dell’Ariston, una dichiarazione d’amore al Festival. "Questo è ciò che siamo stati: ingenui. Così tanto da non renderci conto a cosa andavamo incontro e, dunque, da andarci. Perfino adesso penso sia stata una pazzia. Provare a riportare la musica e le parole al centro. E una pazzia è stata. Pazzesco assecondarla, pazzesco quanto è successo lì e ancora più pazzesco quanto è successo tutt'intorno a noi», sono le parole che il cantautore ha affidato al social network in un lungo post. «L'abbiamo fatta davvero grossa! Una gran bella cosa. Che non si dimentica».

«Volevamo sorprendere Sanremo portando l’immaginazione al Festival, ma il Festival ha sorpreso noi, regalandoci un’esperienza al di là di ogni immaginazione», continua Baglioni che oggi ha anche annunciato il sold out in dieci giorni all’Arena di Verona il 15 settembre e il raddoppio, con una nuova data il 14 settembre: è la prima volta che l’anfiteatro ospiterà un concerto con il palco al centro e tutti i posti numerati. I due appuntamenti di Verona sono il primo assaggio di Al Centro Tour, che segna il ritorno live di Baglioni, da ottobre nei palasport per celebrare i 50 anni di carriera.

«Ancora oggi sogno le riunioni con gli autori e le prove con i conduttori, i musicisti e gli ospiti», rivela Baglioni aggiungendo che è «il respiro sonnacchioso della città» a ricordargli che «non solo è tutto finito, ma che è andata: al di là di ogni aspettativa». E manda un primo grazie a coloro «che, insieme a me, hanno reso l'impossibile possibile. E se, rientrando in porto, le sirene hanno suonato e le altre navi hanno issato il gran pavese, è merito di tutti loro». Poi ringrazia «gli artisti, coloro senza i quali l’arte semplicemente non esisterebbe» e infine «tutte le persone che si chiamano pubblico».

Un passaggio è riservato anche al futuro: «Mentre andavo via, mi chiedevo: chissà se ci torneremo? Anche dalle esperienze più belle, prima o poi - purtroppo - si deve uscire, ma le avventure più belle sono quelle che non escono mai da noi. Se pure non si dovesse tornare, dunque, sarà solo per un motivo: noi non siamo mai andati via».

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