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Cereali, insalata e pomodori: arrivano i primi mini-raccolti dallo spazio

Pomodori

ROMA. I nuovi confini dell'agricoltura, si potrebbe dire: sulla Stazione Spaziale, infatti, arrivano i primi mini raccolti di cereali grazie a una speciale serra, mentre sulla Terra ci si allena a coltivare i pomodori come si farà su Marte.

Si tratta di due progetti, uno della Nasa, l'altro dell'Agenzia spaziale europea (Esa), per sviluppare sistemi autosufficienti per lunghe missioni spaziali, quando gli astronauti non saranno in grado di fare affidamento su regolari rifornimenti. Si è arrivati ai primi risultati e gli autori sono soddisfatti.

Il progetto della Nasa, Advanced Plant Habitat (Aph), sviluppa coltivazioni in assenza di gravità, in un modulo recentemente inserito sulla Stazione orbitante; mentre quello dell'Esa permette la produzione di ortaggi in presenza di gravità. E' sviluppato dall'azienda olandese Groen Agro Control, nell'ambito del progetto europeo Melissa (Micro-Ecological Life Support System Alternative) che ha come scopo la produzione di acqua, cibo e ossigeno per le missioni spaziali umane.

"Il progetto Nasa rappresenta un ottimo risultato dal punto di vista tecnologico", osserva Alberto Battistelli, dell'Istituto di Biologia Agroambientale e Forestale (Ibaf) del Cnr. "I ricercatori - aggiunge - sono riusciti a raggiungere livelli di controllo dei fattori ambientali di crescita delle piante mai raggiunti prima sulla Iss. Questo apre la strada a ulteriori esperimenti".

Sta dando i suoi frutti anche il progetto Esa: le piante vengono coltivate in un'ambiente chiuso sulla Terra e in presenza di gravità, come in una serra su Marte o sulla Luna "Qui l'obiettivo è massimizzare la crescita e la resa delle piante attraverso un uso molto attento dei fertilizzanti - spiega ancora Battistelli - per creare un sistema biorigenerativo, dove tutto si ricicla e si rigenera".

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