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Barriera Corallina, turisti vogliono visitarla prima che sia "troppo tardi"

Fonte Ansa

ROMA. Corsa alla Grande barriera corallina australiana, prima che sia «troppo tardi».

L'allarme per la sorte di questo ecosistema unico al mondo, patrimonio Unesco, agisce da «molla» per i turisti. Oltre due terzi dei viaggiatori interpellati l'anno scorso dall'Università del Queensland hanno ammesso di aver visitato la Grande barriera nel timore che un giorno non fosse più possibile.

Negli ultimi tre decenni la metà dei coralli è scomparsa a causa di un insieme di fattori: gli scarichi agricoli, il riscaldamento delle acque dell'oceano, lo sviluppo costiero, l'invasione di stelle marine nocive. E fa riflettere che lo studio sia stato condotto prima degli ultimi Sos lanciati dalla comunità scientifica internazionale per via del maxi fenomeno di sbiancamento dei coralli che ha colpito il 93% dei 2.300 chilometri di 'reef'.

Dallo studio australiano, pubblicato sul Journal of Sustainable Tourism, emerge che lo stato di salute della Barriera ha dato ai turisti un nuovo motivo per visitarla.

Tendenza che però potrebbe rivelarsi controproducente visto che i flussi turistici sono una pressione ulteriore sulla destinazione.

Ai visitatori è stato chiesto di scegliere tra 15 ragioni per il loro viaggio. «Vederla prima che sia troppo tardi» è la risposta che si è piazzata al quarto posto, preceduta dalla volontà di scoprire un nuovo luogo, di rilassarsi e di isolarsi dalla quotidianità. Di recente il magazine Time ha inserito la Barriera nella top ten dei «posti meravigliosi da visitare prima che scompaiano».

L'industria legata alla Grande barriera corallina porta 5,2 miliardi di dollari all'anno all'economia australiana e dà lavoro ad almeno 65 mila persone.

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