CATANIA. Sviluppare una nuova metodologia per il monitoraggio strutturale in aree a rischio sismico: è l'obiettivo del progetto 'Attività di sviluppo sperimentale finalizzata alla riduzione del rischio sismico nella Sicilia orientale', finanziato dal Po Fesr Sicilia 2007-2013, i cui dati saranno resi noti in un convegno che si terrà il prossimo 10 maggio nell'ex monastero dei benedettini di Catania. I lavori sui livelli potenziali di rischio in Sicilia Orientale è organizzato dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e dall'università etnea.
L'attività del progetto punta da un lato allo sviluppo di metodologie innovative di indagine geotecnico-strutturale e dall'altro allo sviluppo-realizzazione di una nuova soluzione Ict a basso costo per l'Early Warning strutturale. È stato eseguito un monitoraggio della risposta strutturale degli edifici pubblici e privati con metodologie geofisiche implementate con l'utilizzo di soluzioni multisensoriali «intelligenti» a basso costo, hanno permesso di evidenziare come sia possibile una migliore gestione degli edifici e di valutare l'opportunità di interventi di miglioramento e adeguamento simico o, in alternativa, la demolizione ed il recupero con riciclaggio dei materiali.
Partendo da un campione di 52 strutture della Sicilia orientale, sono stati identificati 4 edifici più rappresentativi e significativi che sono stati oggetto dello studi: due strutture strategiche (le sedi di Ingv di Catania e del
Dipartimento regionale della protezione civile di Messina) e due strutture rilevanti (le scuole Nazario Sauro di Catania e Maria Teresa di Calcutta di Tremestieri Etneo).
Gli studi hanno evidenziato aspetti lacunosi nella attuale normativa tecnica italiana sia relativamente all'input impattante sulle strutture in termini di picchi di accelerazioni e dei contenuti in frequenze.
Ciò, ovviamente, ha grande impatto sui metodi di progettazione antisismica correnti.
I risultati del progetto contribuiranno dal punto di vista dello sviluppo economico e industriale a migliorare la sicurezza in zone a forte rischio sismico, ottimizzare la fruibilità delle strutture e i progetti degli interventi di adeguamento.
Infine gli studi condotti sul tema del recupero e riciclaggio di materiali provenienti dalle demolizioni, hanno chiaramente evidenziato le potenziali ricadute economiche ed industriali nel caso di demolizione di edifici non recuperabili sotto il profilo della sicurezza sismica.
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