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"Il fritto fa bene", lo dice la scienza: i segreti per prepararlo

ROMA. Sensi di colpa addio. Adesso a dirlo sono i medici: il fritto fa bene. A spiegare il perchè al Corriere della Sera è l’internista esperta di nutrizione funzionale Sara Farnetti.

"Il cibo fritto - dice - si cuoce molto in fretta e l’olio gli crea attorno una crosticina protettiva, perciò il contenuto di vitamine rimane intatto: paradossalmente, un alimento fritto è più nutriente di uno bollito", aggiunge. Pare anche che il fritto abbia un potere disintossicante: "L’olio caldo attiva il fegato, fa secernere più bile e di conseguenza velocizza il transito intestinale, portando via le tossine. Certo, non bisogna esagerare. Due fritture alla settimana sono perfette".

I benefici del fritto sono legati anche alla rapidità: "Il cibo fritto si cuoce molto in fretta e l’olio gli crea attorno una crosticina protettiva, perciò il contenuto di vitamine rimane intatto: paradossalmente, un alimento fritto è più nutriente di uno bollito".

Il segreto sta anche nella temperatura dell'olio.

L’oleologo Luigi Caricato indica le temperature corrette per friggere i cibi a casa:
- 130-145 gradi per gli alimenti ricchi di acqua come verdure, patate, frutta
- 155-170 gradi per gli alimenti fritti in pastella, infarinati o impanati
- 175-190 gradi per alimenti piccoli (una frittura rapida).

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