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Allarme cinghiali sulle Madonie, ma per poterli abbattere manca ancora un parere

PALERMO. È ancora allarme cinghiali sulle Madonie. Pronto il piano per l’abbattimento degli esemplari selvatici, che però resta al momento inattuato. L’Ente Parco ha infatti stilato il programma di tutte le attività, ma per iniziare occorre il parere obbligatorio dell’Ispra, l’Istituto per la protezione e la ricerca ambientale. «È questione di pochi giorni. Gli interventi partiranno entro la fine del mese», ha assicurato a Ditelo a Rgs Salvatore Gufo, dirigente del servizio Gestione faunistica dell’assessorato regionale dell’Agricoltura.

Dopo la morte del pensionato, Salvatore Rinaudo di 76 anni, aggredito e ucciso da un cinghiale, esattamente due mesi fa (era l’8 agosto), nei monti sopra Cefalù, sulle Madonie, per gli abitanti del luogo è tornata l’emergenza cinghiali. A distanza di pochi giorni dal tragico incidente, l’11 agosto, viene anche approvata all’Ars la legge che dà il via libera agli abbattimenti selettivi per il contenimento della specie. Arrivato l’ok del legislatore, al Parco delle Madonie è stato stilato un piano per il controllo della specie. «La norma approvata è per noi un passo in avanti - spiega il presidente del Parco, Angelo Pizzuto – che ci ha permesso finalmente di mettere in sicurezza la zona e i suoi abitanti».

Il piano, valido solo all’interno del territorio madonita, prevede l’uccisione sul luogo dei suidi, per lo più esemplari nati dall’incrocio fra cinghiali e maiali selvatici, che verranno abbattuti da personale qualificato previsto dalla legge: forestali, guardie venatorie provinciali, guardiaparco e i proprietari dei fondi privati.

DAL GIORNALE DI SICILIA DELL’8 OTTOBRE 2015

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